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La vicenda della presunta falsa partenza di Bottas ha fatto discutere per tutto il post gara, alimentata da filmati (non del tutto comprovanti) che hanno cominciato a circolare sul web. Dove si vede la Mercedes muovere leggermente le ruote poi fermarsi. Il primo a lamentarsene ed alimentare la polemica è stato lo stesso Vettel, forse deluso per la mancata vittoria. Già al secondo giro di gara via radio. Aveva chiamato il suo box e dicendo: “Bottas ha fatto jump start. Verificate”.

Jump start nel gergo dei gran Premi vuol dire falsa partenza. Quando un pilota rende pubblica una lamentela o fa un’osservazione di tipo sportivo via radio, altro non è che una sollecitazione indiretta ai commissari per analizzare meglio quella vicenda. Pronunciando pubblicamente quelle parole, Vettel voleva far ricadere più attenzione su una fase di gara che avrebbe sovvertito la classifica del gran premio in quel momento. Subito dopo la stessa cosa ha detto anche Ricciardo. E allora i commissari si sono mossi davvero, perché se quattro occhi diversi hanno creduto di vedere la stessa cosa, significa che bisognava indagare meglio. Così la direzione gara ha riesaminato le informazioni dei sensori indagando meglio su quell’avvio lampo di Bottas che dalla pole position ha “bruciato” lo spegnimento dei semafori schizzando via con un vantaggio di una quindicina di metri su tutti i rivali.

La partenza è il momento chiave di ogni corsa perché uno scatto vincente può essere decisivo ai fini della vittoria. Specie su piste dove è difficile superare, come il tracciato austriaco, o come Montecarlo. Ma è anche vero che la fase di partenza, proprio per la sua importanza strategica ma anche per il fatto che accade sul rettifilo principale sotto gli occhi di tutti e dove c’è il “ponte di comando” di un Gran premio, è la situazione relativamente più facile da controllare. Perché non si tratta di un sorpasso in una curva magari non bene coperta dalle telecamere, dove si devono studiare le intenzioni, le traiettorie, le reazioni e interpretare le mosse dei piloti. In questo caso no. La partenza è una fase “facile” da controllare e giudicare. Se una macchina si muove prima, la cosa non si presta a interpretazioni. O è scatto anticipato oppure no, non ci sono vie di mezzo o zone d’ombra.

Il via del GP Austria con le luci ancora accese (sopra) e lo scatto allo spegnimento (sotto). Bottas nell’immagine a luci spente non ha ancora superato la linea bianca della piazzola. Se si è mosso prima, è stato di pochi centimetri. Per i commissari che hanno esaminato il caso, è stato entro la tolleranza che è di circa 20 centimetri

La conclusione dei commissari è che quella di Bottas è stata perfettamente regolare. I commissari hanno calcolato anche il tempo di reazione di Bottas allo spegnimento delle luci: 201 millisecondi. Meno di un battito di ciglia. Rapido, ma entro le regole.

Ma prima di pensare ai soliti giochi di potere politico dietro le quinte pro Mercedes o contro Ferrari, c’è da fare un ragionamento. Una volta in F1 la fase di partenza era controllata “a vista”. Da commissari in ogni fila che gettando un occhio al direttore di gara che abbassava la bandiera e un occhio alle ruote di ogni macchina, guardavano chi si muoveva in anticipo. Ovvio che tutto era un po’ empirico. Poi sono arrivati i sensori ed i semafori. Ed è in quel momento che è stato inventato lo spegnimento dei semafori invece della luce verde. Tanti anni fa, il via veniva dato con l’accensione della luce verde: dopo la luce rossa i semafori diventavano verde. E all’accensione di quella si partiva.

Ma siccome il semaforo che passava da rosso a verde era sempre lo stesso, c’era una latenza, un ritardo fra lo spegnimento del rosso e l’accensione del verde per via dei circuiti elettrici. Non granché ma qualche centesimo di secondo. Forse un decimo. Così qualche pilota più furbo degli altri ha capito che il passaggio da rosso a verde non era istantaneo. E molti hanno imparato a partire “bruciando” il tempo di reazione sullo spegnimento del rosso, piuttosto che aspettare l’accensione del verde. Così la Fia ha pensato di abolire il verde che era inutile e far soltanto spegnere i semafori rossi, legittimando la partenza nel momento in cui scompariva la luce rossa.

Poi sono stati introdotti i sensori che “leggono” il movimento delle macchine rispetto allo spegnimento dei semafori. Sono posti in buchi realizzati dai cronometristi all’inizio del week end, proprio al centro di ogni piazzola di partenza. Un foro del diametro di una moneta da un euro, dove viene annegato un sensore di movimento. Il sensore si viene a trovare esattamente sotto il fondo piatto della monoposto. Collocando i sensori per eliminare ogni ambiguità, è sorto un altro problema. Ogni sensore sotto la macchina, infatti, riesce a leggere il movimento millimetrico della monoposto. Ma quando il pilota prima del via, fermo in griglia, innesta la prima marcia, la macchina si muove leggermente per l’innesto della trasmissione. È un fenomeno normale. Perciò è stata decisa una tolleranza di pochi centimetri, durante l’intera procedura di partenza, sotto la quale il lieve movimento non è considerato “falsa partenza”. La tolleranza è espressa in centimetri, non in tempo, e dovrebbe essere di 20 centimetri. Se la ruota si muove di meno di quella distanza , il lieve movimento non viene considerato jump start. Se non esistesse la tolleranza, il sensore leggerebbe lo spostamento di ogni monoposto e fioccherebbero squalifiche surreali per quasi tutti. In ogni caso la regola della falsa partenza prevede che non si possa superare in alcun caso con le ruote anteriori la linea bianca che delimita la piazzola su cui si ferma la macchina prima del via.

Siccome i commissari Fia si basano sui propri sensori e non sulle immagini Tv che possono venire artefatte, è stato deciso analizzando i dati dei sensori, che la partenza di Bottas era regolare. Ed è stato anche misurato il suo tempo di reazione in 201 millesimi. Va detto che in altri sport, come l’atletica, un tempo di reazione sotto al decimo di secondo è considerato falsa partenza perché “non umano”. Ma è anche vero che nei 100 metri la partenza è ancor più decisiva che in un GP di Formula Uno. E quindi bruciare il semaforo, anzi in quel caso il colpo di pistola dello starter, èm l’esercizio in cui si allenano tutti gli sprinter.

Allora perché Vettel e Ricciardo l’hanno giudicata irregolare se i sensori dicono il contrario? Perché hanno visto Bottas muoversi talmente in sincronia con lo spegnimento dei semafori mentre loro hanno aspettato di vedere le luci spente, che non si sono capacitati di come il finlandese possa esservi riuscito se non anticipando il via. Evidentemente Bottas ha preso un grosso rischio. Non ha aspettato di vedere spegnersi i semafori, come si dovrebbe fare normalmente, ma ha evidentemente calcolato l’intervallo di tempo tra accensione e spegnimento, tirando a indovinare il momento giusto per scattare. Ha avuto fortuna di azzeccare per rilasciare la frizione l’attimo esatto coincidente con lo spegnimento delle luci. Allenamento? Fortuna? Fate voi. Ma la vittoria l’ha costruita lì. E in modo regolare.

1 COMMENTO

  1. Anche a me dalle immagini viste in TV la partenza di Bottas è sembrata regolare.
    Se in Ferrari si vuol fare polemica, perché non parliamo del fatto che quando Raikkonen era davanti a Bottas avrebbe potuto fare gioco di squadra è rendergli il sorpasso un po’ più difficile.
    Questo avrebbe permesso a Vettel di recuperare qualche secondo sul rivale, secondi che ne gli ultimi giri sarebbero stati preziosissimi, visto il distacco finale tra i due.

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