Si dice che Liberty Media, ovvero la società americana che ha comprato per 8 miliardi di dollari la proprietà della F1 da Bernie Ecclestone e dal fondo inglese CVC, voglia cambiare la F1. Renderla più spettacolare, più “social”, più vicina alla gente. Coinvolgere di più gli spettatori e interagire con loro. Invece di emarginarli fuori dal paddock. Parole, soltanto parole, direbbe Mina. E sotto sotto pensavano così anche molti di noi. Invece Liberty media qualcosa di concreto l’ha davvero fatto. E la dimostrazione è nel volto felice di un bimbo francese di 6 anni tifoso della Ferrari che la Tv ha reso popolare in mondovisione durante il GP di Spagna. Una storia tutta da raccontare. Ma per capirla bisogna fare un passo indietro e partire dall’inizio.
In Spagna, prima tappa europea del mondiale, Liberty Media ha cominciato a mostrare il cambiamento nel suo approccio alla F1. Con alcune trovate trovate popolari. Fra cui le F1 biposto. Due vere auto da corsa (si tratta di vecchie Minardi con telaio Tyrrell di fine Anni ‘90 modificate per ospitare un passeggero dietro al pilota). I “fortunati” che potevamo salire a bordo venivano sorteggiati fra gli ospiti Vip del Paddock Club e ricevevano così l’opportunità di fare un giro seduti in macchina su un vera F1 dietro al pilota.
Al volante delle F1 biposto due corridori “veri”: l’austriaco Friesacher e l’ungherese Baumgartner, piloti di medio livello in F1 dei primi Anni 2000 che non ricorda quasi più nessuno ma che sanno comunque guidare. Tanto che giravano in pista a Barcellona sul passo di 1’38” nei giri di esibizione, a solo 15 secondi dalle F1 vere! E si vedeva perché i passeggeri che scendevano dalla F1 biposto tremavano dalla paura e per le sollecitazioni.
Ma la vera mossa che ha avvicinato la F1 al cuore dei tifosi è stato l’episodio di Thomas, un bimbo francese di 6 anni. È successo tutto per caso. Al via della gara, una collisione con Vertsappen e Bottas ha messo KO Raikkonen che, con la ruota anteriore sinistra divelta, è stato costretto al ritiro. Facendo una panoramica fra il pubblico delle tribune, un cameraman della regia TV ha colto l’immagine di un bimbo piccolo completamente “vestito” Ferrari, t-shirt più cappellino rosso, che piangeva lacrimoni copiosi per via del ritiro del suo pupillo, Kimi Raikkonen.
L’immagine è stata mandata in ralenty più volte in diretta Tv, anche per sottolineare quanto la Ferrari sia nel cuore dei suoi tifosi. Così i furbacchioni americani di Liberty Media hanno avuto una pensata geniale: perché non sfruttare l’opportunità per mostrare il nuovo volto della F1, più umano e vicino alla gente, ora che Ecclestone non c’è più?
Così mentre la gara andava avanti, gli uomini della FOM, guidati da un ex Ferrari, Luca Colajanni (era l’ufficio stampa F1 ai tempi di Montezemolo e Todt) hanno contattato il box di Maranello. Dove c’è tutto uno staff che segue la gara in chiave “social”, interagendo con i tifosi via twitter, Facebook e Instagram per tenere viva la passione fra gli appassionati del cavallino. Anche questi avevano visto le immagini tv del bimbo ferrarista in lacrime. E avevano ricevuto via social i primi commenti dei tifosi che dicevano più o meno: vista la delusione dovete almeno invitarlo nel box! Mai suggerimento fu più azzeccato. Sia quelli della Ferrari, sia gli uomini della FOM hanno pensato la stessa cosa e deciso di mettere in pratica il piano. Joanne, una ragazza inglese che lavora per la FOM assieme a Colajanni, ha contato la regia TV, si sono fatti dire in quale tribuna era stato inquadrato il bimbo ferrarista in lacrime. Era quella della curva 1, proprio dove c’era stato l’incidente che il bimbo aveva evidentemente vsto con i propri occhi. Hanno spedito un’auto a prendere il bimbo e i suoi genitori. Era una famiglia francese, appassionata di F1 e in vacanza a Barcellona che, per festeggiare la festa della mamma, aveva deciso di recarsi a vedere il Gp e aveva acquistato i costosi biglietti tribuna della gara. Due parole e la famiglia francese non credeva alle proprie orecchie: gli emissari della FOM gli stavano proponendo di abbandonare la tribuna e recarsi con loro nel paddock F1 a seguire il resto della gara dal retrobox Ferrari! Roba da sogno ad occhi aperti.
Il papà francese si è ripreso dall’emozione e ha accettato con entusiasmo la proposta. Detto fatto, tre preziosi pass, di quelli che servono e entrare nell’inaccessibile paddock F1, sono stati messi al collo di papà, mamma e Thomas e gli uomini della FOM hanno portato in fretta e furia la famiglia francese al paddock mentre la gara era ancora in corso. Informato della cosa, Kimi Raikkonen, che aveva visto il reply delle immagini del suo incidente il pianto a dirotto del suo piccolo tifoso, ha accettato volentieri di incontrare il bimbo. la famiglia francese è arrivata nel paddock F1, è entrata nell’hospitality Ferrari dove Kimi he da quando ha avuto il figlio Robin è diventato molto più tenero di cuore e sensibile ai bambini, si è inginocchiato di fianco a Thomas, a provato a chiacchierare con lui e si è presto volentieri a farsi fotografare con il bimbo mentre la famiglia si faceva con lui uno di quei selfie che rimarrà nell’album di famiglia per sempre.
A gara finita, la famigliola francese si aggirava ancora estasiata nel paddock guardando da vicino tutto quello che aveva da sempre sognato dall’esterno e forse solo lontanamente immaginato. È riuscita anche a incontrare Roman Grosjean, uno dei due piloti francesi in F1 e loro connazionale, che aveva visto anche lui la scena in tv ed è stato molto simpatico con loro.
Con questa operazione-simpatia piuttosto spontanea e non costruita a tavolino, la F1 ha dato un segnale gigantesco di svolta. Ai tempi di Ecclestone che perseguiva il mito dell’inaccessibilità della F1 e dei piloti, tutto questo non sarebbe ma accaduto. Ecclestone era un segregazionista convinto. Nella sia idea la F1 doveva essere inaccessibile per elevarne il senso di esclusività. Il paddock era blindato, i pass difficilissimi da ottenere; aveva introdotto i tornelli elettronici che impedivano elettronicamente l’ingresso di chiunque non fosse autorizzato e perseguiva minacciosamente le contraffazioni dei pass ritirandolo a vita a chi, anche tra gli addetti ai lavori, violava le regole. Ecclestone si era conquistato tante antipatie tra i tifosi proprio per questa sua volontà dl impedire agli spettatori di condividere da vicino l’emozione della F1. A Monza, dove la gente può passeggiare nel parco di fianco al paddock F1, aveva obbligato gli organizzatori a mettere pannelli protettivi e coperture lungo le recinzioni del paddock per impedire ai tifosi anche solo di vedere quello che succedeva all’interno.
I nuovi proprietari americani della F1 piano piano cancelleranno tutto questo. Vogliono rendere la F1 più popolare e accessibile. E hanno dimostrato di avere le idee e la determinazione per farlo. Cominciando dal restituire il sorriso a un piccolo tifoso di 6 anni facendogli vivere il suo sogno più bello: incontrare di persona il suo idolo Raikkonen.