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È la prima Ferrari ibrida plug-in della storia del Cavallino. Ha una potenza spropositata, di mille cavalli tondi tondi, e si chiama come la monoposto F1: SF90 Stradale. Inoltre può percorrere fino a 25 km in modalità soltanto elettrica, nel silenzio più assoluto. Bastano questi pochi elementi chiave a far capire di che pasta sia fatta la nuova supercar Ferrari, erede di tutte le ipersportive più estreme del Cavallino, dalla F40, alla Enzo fino all’ultima LaFerrari.

Non è un caso che il lancio internazionale di questa coupéestrema sia avvenuto proprio sul circuito di prova della Ferrari. Perché vuole stabilire un legame simbolico con la monoposto F1 nata su questo circuito, di cui la SF90 Stradale riprende il nome e da cui deriva parte della tecnologia elettrica del motopropulsore.

Per la sua nuova HyperCar il Cavallino ha coniato uno slogan ambizioso che era riportato un po’ ovunque a Fiorano per motivare e ricordare ai progetti la sfida che li attendeva. “Dare to immagine”, che si potrebbe tradurre con “osare oltre l’immaginazione”. E veramente nel progetto della nuova SF90 Stradale la Ferrari è andata al di là dell’immaginabile. Basti raccontare le specifiche davvero esclusive di quest’auto. A parte la novità della propulsione elettrica, c’è moltissimo di inedito da scoprire sotto il cofano di questa ipercar del Cavallino: dal design, all’eccellente compromesso raggiunto tra potenza,peso e guidabilità, fino al nuovo abitacolo che prevede una rivoluzionaria interfaccia di comando fra volante e cruscotto che cambia drasticamente il feeling di guida del pilota a bordo.

La linea della SF90 Stradale è stata disegnata dal Centro Stile Ferrari che fa capo a Flavio Manzoni. Il quale ha realizzato un design avveniristico, caratterizzato da un abitacolo avanzato (per far posto dietro i sedili alle batterie del motore elettrico) e un frontale veramente aggressivo con fari a led sottilissimi. Il vero capolavoro però è il retrotreno dove la Ferrari SF90 Stradale rinuncia per la prima volta al caratteristico singolo faro tondo per adottare due doppie luci quadrate con angoli arrotondati. Originalissima, e anche molto diversa dalle Ferrari del passato, la coda, dal centro della quale escono vistosissimi, a metà altezza, i due tubi di scarico. Quasi a ricordare che, benché si tratti di una Ferrari ibrida plug-in, il motore termico riveste ancora un ruolo fondamentale per una Ferrari.

Sotto il cofano trasparente che cela il propulsore c’è una grande novità: è stato abbandonato il classico propulsore 12 cilindri a V simbolo delle hypercar del Cavallino, perché questo frazionamento mal si combinava con le necessità dell’elettrificazione. E soprattutto avrebbe aumentato ingombri e pesi a scapito della maneggevolezza di guida. Per cui la Ferrari ha adottato un propulsore V8, derivato da quello della sua berlinetta più compatta, ma con significative modifiche. In questo caso il V8 biturbo è stato reingegnerizzato, maggiorato di cilindrata da 3,9 a 4 litri tondi aumentando l’alesaggio, e modificato profondamente nella testata con l’adozione di una iniezione diretta GDI a 350 bar. L’aumento di cilindrata è stato ottenuto accrescendo il diametro del cilindro a 88 mm e questo ha permesso, oltre che di aumentare la cubatura, anche di poter alloggiare valvole di aspirazione di maggiori dimensioni. Così la potenza del motore termico V8 è salita a 780 cavalli a 7500 giri/minuto, cui vanno sommati i 220 cavalli complessivi generati dai tre motori elettrici quando lavorano insieme, per un totale di mille cavalli tondi.

I motori elettrici sono tre per uno scopo preciso. Uno, il più grosso, è montato posteriormente, solidale col motore termico e da solo eroga 150 kW (204 cv). Questo propulsore funziona sempre, garantendo un boost di potenza alla SF90 Stradale che ne aumenta coppia e prestazioni in accelerazione. Inoltre sull’avantreno vi sono altri due motori elettrici più piccoli (da 85 kW complessivi di potenza) che hanno doppio scopo: prima di tutto azionano le ruote anteriori, e perciò la SF90 Stradale in certe condizioni diventa una quattro ruote motrici a tutti gli effetti. Contribuiscono anche a generare un surplus di potenza in accelerazione e ottimizzare la trazione. Ma svolgono anche un lavoro fondamentale per migliorare la tenuta di strada in curva: essendo motori elettrici, possono essere fatti ruotare a velocità differente su ognuna delle ruote. In questo modo, gestiti dalla sofisticata centralina di bordo, riescono a generare un effetto torque vectoring all’avantreno che aiuta a chiudere la traiettoria in curva limitando eventuale sottosterzo.

I due motori elettrici anteriori però si disattivano oltre i 220 km/h, velocità dopo la quale la SF90 Stradale torna ad essere una pure trazione posteriore spinta dai 780 cavalli del V8 termico ma anche dai cavalli extra del motore elettrico posteriore. I motori elettrici anteriori sono anche quelli che garantiscono la retromarcia: vale a dire che quando si inferisce la R la SF90 Stradale va a marcia indietro spinta solo dai propulsori elettrici, non dal V8. Ad alimentare i propulsori elettrici una batteria da 7,9 kWh collocata dietro ai sedili. Che si può ricaricare tramite una normale presa elettrica casalinga in poco meno di 3 ore o presso le colonnine di ricarica cittadine in tempi ancora più ridotti. Ovviamente, essendo una ibrida, la SF90 Stradale ricarica le proprie batterie anche durante la marcia sfruttando decelerazioni e frenate. Anzi, in questo caso la derivazione dalla tecnologia F1 è ancora più marcata perché questa supercar adotta, come la SF90 F1, un sistema di brake by Wire, ovvero di frenata azionata via comando elettrico e non via meccanica. Il modo migliore per rigenerare l’energia dalla decelerazione violenta dei freni carbo-ceramici.

Se 25 km in marcia esclusivamente elettrica vi sembrano pochi, il motivo è che la Ferrari è scesa a un preciso compromesso tra autonomia e peso. Raggiungere i 50 km come altre ibride plug in sarebbe stato facilmente possibile, ma avrebbe costretto i progettisti del Cavallino ad adottare batterie di maggiore dimensione e peso peggiorando sia la guidabilità complessiva dell’auto sia le performance in accelerazione. Così invece la SF90 Stradale riesce a restare entro un peso di 1570 kg a secco e può stabilire con questa massa prestazioni record in accelerazione. Grazie anche all’impiego di un nuovo cambio a doppia frizione a 8 marce dagli innesti più rapidi di quello della 488 Pista. L’accelerazione da 0 a 100 km/h avviene in appena 2,5 secondi, in 6,7 secondi raggiunge i 200 km/h da fermo e tocca i 340 km orari di velocità massima. La frenata a 100 km orari avviene in meno di 30 metri: 29,5 per la precisione.

Un ulteriore capolavoro progettuale però c’è anche all’interno dell’auto. Dove la SF90 Stradale ha adottato una nuova interfaccia uomo-macchina, abolendo i classici comandi sparsi qua e là per l’abitacolo. Il volante è diventato una specie di display tridimensionale. Lo spazio occupato dalle tradizionali razze è diventato un vero e proprio display digitale dove tutti i comandi di mappatura e utilizzo normale dell’auto sono azionabili al tatto. Col dito. Non c’è una vibrazione che restituisce il feeling tattile quando si tocca il comandi touch, come avviene su certi smartphone, ma c’è un avviso sonoro, un bip a riprova del comando inserito. Se il pilota vuole cambiare modalità di guida, viaggiare solo in elettrico, azionare la radio oppure il climatizzatore o ancora inserire la funzione “qualifying” (massima performance del motore) può azionarla al tatto sulle razze del volante toccando l’apposito comando.

Gli unici tasti “fisici” rimasti sul volante della SF90 Stradale sono quelli delle frecce, del tergicristallo e il classico manettino rotante delle mappature. Persino il classico pulsante rosso di start motore tipico Ferrari è scomparso: l’avvio del propulsore avviene via comando touch sul volante. Inoltre il classico cruscotto è diventato un enorme display grafico da 16” che fornisce contemporaneamente le informazioni di navigazione con la cartografia, la velocità, il regime motore, e l’autonomia in elettrico. Una vera svolta dal punto di vista della guida: si può ben definire la versione 2.0 della guida full digital, ispirata alla F1, dopo che diversi anni fa la Ferrari aveva già tracciato la strada spostando dalla plancia al volante l’azionamento dei comandi.

Il prezzo della SF90 Stradale è il prezzo verrà annunciato nei prossimi giorni. Non sarà costruita in tiratura limitata come le altre hypercar del Cavallino (LaFerrari fu costruita in 500 esemplari). Ma a far da barriera ci sarà comunque il prezzo. A Maranello si dice sibillinamente che la SF90 Stradale costerà meno de LaFerrari (1,2 milioni) mapi di una 812 Superfast (300mila euro). È una bella forbice. Quindi chi può permettersela si prepari a staccare un assegno con tanti zeri…

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