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Martedi scorso 12 settembre ho assistito di persona (o quasi) a due eventi in contemporanea: il lancio di un modello completamente nuovo e rivoluzionario in due mondi ben diversi. Due oggetti che non hanno nulla in comune: dimensioni, prezzo, design, specifiche tecniche. Ma ciascuno, a modo loro, è una pietra miliare nel proprio genere e rivoluzionerà il mondo in cui sono protagonisti. Parliamo dell’iPhone X e della Mercedes Project One, la coupé stradale con il motore della F1 di Hamilton.

Oddio, dire “assistito di persona” forse è un po’ esagerato. Per la Mercedes sì perché ero al salone di Francoforte e il keynote di Zetsche l’ho seguito tutto: ho visto comparire sullo stand tra giochi di luce e musica questa coupé mozzafiato; ho visto Hamilton uscire baldanzosamente sul palco, giubbotto rosso e occhiali (da riposo, non da vista). E poi me la sono riguardata per bene nei dettagli chiacchierando con Andy Cowell, il capo dei motoristi Mercedes F1, che mi raccontava quanto la power unit di quest’auto stradale fosse simile a quella della monoposto.

L’iPhone X invece non l’ho visto dal vero ovviamente, perché veniva mostrato praticamente in contemporanea a Cupertino mentre io ero a Francoforte. Ma sono riuscito a seguire dal telefono (un iPhone ovviamente!) la diretta video del keynote Apple. Con il reveal dell’iPhone del decennale. Siccome mi interessavano entrambi gli eventi perché rappresentavano il massimo momento di innovazione delle mie due passioni, auto e computer, non ho voluto rinunciare a nessuno dei due show.

Così a un certo punto mi sono trovato in un situazione paradossale: appoggiato a una parete dello stand Mercedes osservavo la Project One dal vivo; e nello stesso tempo, il telefonino nella mano, davo ogni tanto uno sguardo in contemporanea al display che riproduceva la diretta tv dagli Usa in cui presentavano l’iPhone X.

Vista la coincidenza, mi sono detto che valeva la pena fare due considerazioni su questi due oggetti,così diversi fra loro ma che hanno debuttato quasi contemporaneamente. E che rappresentano entrambi una svolta nel rispettivo ambito.

Cosa possono mai avere in comune un telefonino e una supercar estrema, direte voi? La risposta è: molte più analogie di quanto possiate immaginare. Prima di tutto, sono l’oggetto più costoso in assoluto delle rispettive categorie.

 

L’iPhone X infrange il muro dei mille euro per un telefonino (in Italia costerà ben 1189 euro) che fino a ieri rappresentava una sorta di barriera psicologica fondamentale per un telefonino, anche se con specifiche da computer puro. La Mercedes P1 (si chiama Project One ma la abbreviamo così per semplicità) costa invece la bellezza di 2,275 milioni di euro (Iva esclusa!) che diventano 2,75 milioni tasse comprese! Non c’è altra auto che raggiunga un prezzo del genere. Solo la Bugatti Chiron, ma si tratta di un’automobile ben diversa. Con le dovute proporzioni, perché l’iPhone potremmo anche permettercelo con un po’ di sacrifici ma la seconda assolutamente no, cerchiamo di capire cosa li rende così unici e speciali.

Per prima cosa essi rappresentano un simbolo. Lo stato dell’arte delle rispettive tecnologie. L’iPhone X (si chiama così perché è il decimo anniversario e la lettera X in questo caso fa riferimento al numero latino “dieci”, quindi andrebbe pronunciata “ten”, non “ics”) è una svolta storica per Apple. Rinuncia al tasto home e al touch ID che nel bene o nel male sono sempre stati il segno distintivo degli smartphone fin dal giorno del debutto nel 2007.

Poi ha lo schermo senza cornici, il display Oled invece che TFT e il riconoscimento facciale ad infrarossi che “mappa” il viso in 3D per identificare il proprietario. Tutte cose che nessun altro può vantare. Qualcuno ha introdotto prima di Apple alcune di queste tecnbologie, Ma nessuno l’ha fatto mettendole assieme. E comunque la vera forza di Apple non è ideare per primi, ma “reinventare”: cioé implementare meglio e bene certe tecnologie innovative in un prodotto rendendole davvero “usabili”. Farle diventare “facili” e popolari; alla portata di tutti. Ultima cosa, e non da poco: l’iPhone X ha un “motore” sotto al cofano, il processore A11 Bionic, che è il più veloce mai progettato e montato su un telefonino. Un processore degno di un computer vero e proprio.

Anche la Mercedes Project One sotto al cofano ha qualcosa di speciale. È la prima auto stradale a montare un motore identico a quello di una F1. Non era mai successo prima. Il V6 turbo ibrido 1,6 litri che c’è sulla Project One è lo stesso che era montato sulle Mercedes F1 dello scorso anno. Uguale in tutto e per tutto: alesaggio, corsa, cilindrata, disposizione del turbo separato dal compressore. C’è persino la famosa MGU-H, il recupero di energia dal turbo. Ed è quasi uguale anche nella potenza erogata: il V6 Turbo ibrido della supercar stradale eroga circa 700 cavalli (cui vanno aggiunti altri 330 cavalli della parte elettrica). Il V6 da corsa da cui deriva non è tanto più potente: una sessantina di cavalli in più, che vengono in parte dalle benzine speciali usate in F1, in parte da un regime di rotazione mille giri più elevato. Ma le analogie tra i due motori sono assolute. Anche a livello di layout tecnico: il V6 Mercedes ha turbina e compressori separati è collegato da un alberino. Schema inusuale introdotto da loro in F1 e poi copiato da altri costruttori. Quindi è a tutti gli effetti la prima supercar stradale con un vero motore F1.

Certi puristi vi diranno che non è così; che anche la supercar Ferrari F50 del 1995 aveva un motore F1. È vero a metà. Non era un motore F1 identico in tutto e per tutto, come nel caso Mercedes. La F50 aveva un V12 di derivazione F1, ma non era proprio il motore F1, era soltanto derivato da quello. Però la cilindrata era stata portata a 4,7 litri dai 3,5 originari e il regime abbassato drasticamente: girava a 8500 giri/minuto contro i 13.000 g/m del F1. Quello della P1 invece è proprio lo stesso. L’unica cosa diversa probabilmente è il consumo d’olio, perché il V6 della Mercedes stradale non brucia certo 1,2 kg d’olio ogni 100 km come la F1 sennò non supererà le omologazioni Euro sulle emissioni…

L’altra cosa in comune fra iPhone e Mercedes P. One sono le prestazioni fulmine. La Project One con i suoi oltre mille cavalli accelera da 0 a 100 all’ora in meno di due secondi; e credo che, vista la potenza, per staccare quel tempo senza far patinare le ruote serva solo la sensibilità di Hamilton al volante. Pensate che la Mercedes P1 è talmente rapida nello scatto da fermo che preferiscono rilevare il tempo di accelerazione sullo 0-200 all’ora (sei secondi) perché almeno riescono a cronometrarla con calma. Dimenticavo: tocca una velocità massima di 350 km orari. Vale a dire che va più forte in rettifilo della F1 da cui deriva. Merito di una aerodinamica migliore.

Ma anche l’iPhone X è un fulmine nel suo campo: dai primi benchmark pare che il processore A11 a sei core, per velocità di elaborazione, stracci non soltanto i telefonini rivali ultima generazione (non c’è Samsunsg, Huawei o Xiaomi che tenga) ma i numeri che macina in elaborazione dicono faccia impallidire i processori di parecchi computer. Pure più veloce di un MacBook Pro.

In definitiva iPhone X e Mercedes Project One sono due capolavori nei rispettivi campi. Di tecnologia, di potenza, di design (faccio una piccola eccezione per la Mercedes che non è impeccabile in fatto di stile). Con la differenza che la Project One lascerà a lungo il segno, perché ben difficilmente qualcuno la supererà nei prossimi tre-quattro anni. Mentre l’iPhone X, come tutti gli oggetti di consumo, tra dodici mesi sarà soppiantato da un altro iPhone. Più fresco, più veloce, migliorato nel software. Ma resterà una pietra miliare perché ci avrà reso familiari certe innovazioni, come sbloccare il telefono con il nostro volto, che prima semplicemente non esistevano. Oppure erano patrimonio solo di pochi geek.

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