SHARE

Va in onda stasera, martedì 10 maggio su RAI 2 alle 21.20 il film “L’Aviatore” su Gilles Villeneuve, realizzato dal regista Giangiacomo De Stefano, e prodotto da Sonne Film e K+ in collaborazione con Rai Documentari, che racconta la vita e le imprese del pilota più amato dai tifosi ferraristi.

Io l’ho visto in anteprima e consiglio a tutti di non farsi scappare l’occasione che Rai 2 offre a tutti gli appassionati di F1. È un docu-film fantastico ed emozionante. Che in due ore intense ma scorrevoli (dura 2h 05′) vi riporterà indietro all’epoca di Gilles scatenando ricordi, emozioni, brividi in tutti noi appassionati di motorsport che abbiamo amato il piccolo canadese della Ferrari. Chi non riuscirà ad essere davanti allo schermo martedì sera può sempre riguardassero su RaiPlay dove sarà disponibile ad oltranza.

Di Gilles si è detto tutto, ma “L’Aviatore” riesce a raccontare Villeneuve in un modo nuovo. Diverso e originale. Gilles è descritto attraverso gli aneddoti, i ricordi e le curiosità di quelli che hanno avuto a che fare con lui giorno dopo giorno e che lo conoscevano meglio di tutti: Jody Scheckter e René Arnoux, Mauro Forghieri, Corradini e Pagliarini, i suoi meccanici in Ferrari, e lo sponsor storico Antonio Giacobazzi. Nel documentario parlano di Gilles anche i giornalisti Pino Allievi ed Ezio Zermiani, due che erano sempre presenti sui circuiti di F1 in quegli anni. E ne parla anche Ercole Colombo, il fotografo che ha immortalato forse la foto più bella e significativa di Villeneuve. Quella in controsterzo sull’erba che ne riassume perfettamente il carattere e lo stile (sotto).

Nel docu-film sono anche anche riprodotte ampiamente le pagine e i titoli di Autosprint e Rombo che hanno scritto delle imprese di Gilles. Vedrete anche esclusivi filmati d’epoca di Telesprint e di Rombo Tv. E l’ultima intervista che Villeneuve, in partenza per Zolder, concesse a mio padre Marcello davanti alla pista di Fiorano nella quale ribadiva quanto si fosse sentito tradito. Da Pironi ma anche dalla stessa Ferrari. E che niente più sarebbe stato come prima.

C’è anche un mio intervento nel documentario in cui racconto la genesi della febbre Villeneuve, quel movimento di passione viscerale e spontaneo che mio padre inventò sulle pagine di Autosprint nel 1979 e che come un fil rouge unì indistintamente tutto il pubblico dei tifosi di Gilles.

L’Aviatore è anche un modo diverso per rileggere un’epoca delle corse F1 che era davvero eroica. Una F1 non artigianale, come specifica bene Bruno Giacomelli nel film – quando dice di non liquidarla come la F1 del fil di ferro – ma di certo non scientifica e fredda come è diventata quella odierna. Che proprio a causa della tecnologia ha annacquato i valori umani e l’importanza del Pilota.

Se poi vivete a Torino o siete di passaggio nella capitale piemontese mercoledì 11, sappiate che parleremo di Villeneuve e del film L’Aviatore anche nella serata che condurrò mercoledì sera 11 maggio dalle 18 al museo dell’Automobile di Torino. Vi racconterò Gilles Villeneuve e Ayrton Senna, i due campioni più amati dai tifosi. Approfondendo le loro personalità per capire perché due corridori dalla personalità così diversa e con palmarés così differenti hanno conquistato in modo simile il cuore degli appassionati. L’ingresso è gratuito, ma bisogna prenotarsi per mail fino a esaurimento posti a prenotazioni@museoauto.it come indicato nella locandina qui sotto.

 

SCRIVI UNA RISPOSTA

Please enter your comment!
Please enter your name here