C’era di tutto al salone di Ginevra 2018.Dall’automobile volante come un drone, all’automobile senza volante. Mai così tante novità come quest’anno nel salone che è quello più importante al mondo per l’industria automobilistica. Perché qui si alternano vetture reali, concrete, per tutti i giorni con i concept che indirizzano il futuro della tecnologia e del design. C’era solo l’imbarazzo della scelta: sportive, Sport Utility, concept car, auto a guida elettrica ed autonoma, utilitarie, station wagon. Almeno una trentina di novità assolute piccole e grandi, vere oppure da sogno. Ma invece di proporvi le auto vere, dalla Volvo V60 alla Toyota Auris, alla Nissan Leaf, all’Audi A6 che tutti potrete trovare fra qualche settimana dal concessionario, preferisco puntare su quelle che mi hanno fatto spalancare gli occhi; supercar o concept che non vedrete tanto facilmente in futuro. Perciò, per chi a Ginevra non c’è stato, vi ho isolato le mie greatest hits: le 10 auto che vale comunque la pena di vedere.
1) Porsche Mission E Cross Turismo
È la prefigurazione quasi definitiva di quella che sarà il primo SUV completamente elettrico di Porsche: la Mission E. Questa non è fantascienza, ma è tecnologia elettrica vera e reale, alla portata di chiunque. A patto che possa spendere 100mila euro come spendeva fino a ieri ‘acquirente di una normale Cayenne a gasolio. In questa prefigurazione la Mission E è vestita da veicolo cross country, ma la linea e le soluzioni tecniche sono quelle definitive. Quattro porte e quattro posti, lunga 5,95 metri e alta 1,42 metri, ha due motori elettrici da 600 cavalli, trazione integrale, ruote posteriori sterzanti, scatto rapidissimo (3,5 secondi da 0 a 100 kmh) e autonomia dichiarata di oltre 400 km e grazie al sistema di voltaggio a 800 volt può ricaricarsi quasi completamente in 15 minuti nelle colonnine che erogano corrente in elevata quantità.
2) McLaren Senna
Al nome di Ayrton, il campionissimo della McLaren, è stata abbinata la McLaren più stradale sportiva e potente della (recente) storia. Senna era un perfezionista e simbolo stesso di velocità, per cui la McLaren Senna è perfettamente in simbiosi con il nome del campione brasiliano. La Senna deriva dalla 720 S, ma a parte la base meccanica simile, con telaio in carbonio, porte ad ali di gabbiano e motore V8 4 litri biturbo costruito dal partner Ricardo, la Senna ne rappresenta una forte evoluzione aerodinamica. Potenza salita a 800 cv (dai 720 del modello normale) e una progressione mozzafiato in accelerazione da far impallidire qualsiasi altra rivale: 0-100 in 2,8 secondi, 0-200 in 6,8 secondi e 0-300 in 17”5. Se poi non vi basta, c’è la versione Carbon Theme, tutta rifinita in carbonio a vista, con elementi colorati presi dal casco di Senna, che ha un sovrapprezzo di 350mila euro. E infine la GTR per uso soltanto in pista, con una aerodinamica estrema: un enorme splitter anteriore, un rande estrattore dietro, potenza aumentata 825 cv e prezzo che lievita di conseguenza. Un’auto che si potrà usare solo in pista perché non è omologata su strada, ma a guidarla sui vari circuiti di tutto il mondo – compreso nel prezzo di 1 milione di sterline – vi accompagneranno i piloti tester McLaren F1 e GT in veste di tutor per insegnarvi a portarla a limite.
3) Toyota Supra GR
È un concept di un’auto da corsa che prefigura le forme di una futura riedizione della Supra GT. Si chiamava Supra la granturismo a motore anteriore e trazione posteriore derivata dalla Celica con prestazioni però superiori e che fu prodotta da Toyota dal 1978 fino al 2002 e che è diventata il simbolo della massima performance sportiva per i giapponesi. Un’auto cult che è diventata protagonista anche nel videogame GranTurismo. Per questo motivo la Toyota, dopo aver svoltato decisamente in direzione dell’ibrido, pensa anche a riscoprire le auto più leggendarie del suo passato che sono rimaste scolpite nell’immaginario degli appassionati. E ha presentato questa riedizione della Supra, per ora in forma di concept, presentata con un look da corsa, vistosi alettoni ed i colori del team Gazoo Racing, la squadra corse di Toyota che partecipa a Le Mans. Ma quando diverrà reale, la riedizione della Supra avrà il look più sobrio di una GT stradale.
4) Mercedes AMG GT 4 porte
C’era una volta la GT, compatta coupé Mercedes AMG con forme simili a quelle di una Porsche 911. E poi c’era la CLS, versione coupé della Classe E ma sempre con 4 porte. Ora la Mercedes introduce una terza auto nella gamma delle sue Granturismo: la GT 4 porte. Che è un mix delle due precedenti. Il nome GT 4 porte è ripreso dalla coupé GT, il design è quello di una GT di cu conserva il profilo della coda ma la meccanica e le dimensioni sono quelle di una CLS estremizzata perché supera i 5 metri di lunghezza e ha carrozzeria 4 porte e 4 posti. Dalla GT la 4 porte riprende lo stesso motore V8 4 litri biturbo con potenze da 585 a 639 cavalli. Poi ne esiste anche una versione con motore GT 53 di minor cilindrata, con motore 6 cilindri da 457 cv, con sistema mild hybrid che genera 22 cavalli “elettrici” che si sommano ai 435 del motore termico.
5) Porsche GT3 RS
Se parliamo di auto sportive vere e reali, questa è la 911 “definitiva”. L’ultima noveundici con il motore aspirato perché in futuro saranno tutte sovralimentate. Ha l’ultima generazione di motore 6 cilindri boxer 4 litri a carter secco ed eroga 520 cv che le permettono di accelerare da 0 a 100 kmh in 3,2 secondi. Tocca una velocità massima di 312 kmh, ha un cambio 7 marce Pdk e ruote asimmetriche: da 20” davanti e da ben 21” dietro con enormi pneumatici posteriori da ben 325/30. Qui non ci sono troppi accrocchi elettronici e trazione integrale: la GT3 RS è una trazione posteriore pura, quindi tutta quella gomma a terra serve per scaricare i 520 cavalli. Per la prima volta sulla GT3 c’è disponibile in optional a circa 20mila euro il pacchetto “Weissach”, formato da componenti in carbonio (prese d’aria, minigonne, finiture varie) che ne qualificano l’aspetto racing e ne abbassano il peso a 1430 kg visto che nel pacchetto sono compresi anche i leggerissimi cerchi da 21” in magnesio.
6) Jaguar I-Pace
Dopo i Suv F-Pace e E-Pace, grande medi, la Jaguar presenta il primo Suv completamente elettrico della sua storia e anche della produzione mondiale dopo la Tesla X. Si chiama I-Pace, è stato introdotto in concomitanza con l’impegno della Jaguar nel campionato Formula E per sottolineare la svolta verso la tecnologia elettrica. L’I-Pace è un Suv compatto, delle dimensioni più meno di una Range Rover Evoque, ha due motori elettrici da complessivamente 400 cv che azionano integralmente le ruote, una coppia formidabile come qualsiasi auto elettrica (in questo caso sono 696 Nm), e vanta un’accelerazione di 4,8 secondi per andare da zero a cento all’ora. Non sono pochissimi, a differenza di molte auto elettriche dallo scatto più rapido, ma bisogna tener conto che l’I-Pace pesa la bellezza di oltre 2 tonnellate: 2148 kg. Il suo pregio è che non è un’auto futuristica ma del tutto reale. Mentre tanti parlano riempendosi la bocca di elettrico e annunciandolo eprg li anni a venire, il Suv Jaguar I-Pace sarà in vendita tra poche settimane a un prezzo che partirà da circa 80mila euro.
7) Ferrari 488 Pista
Nella storia delle Ferrari le berlinette stradali 8 cilindri che sono lo zoccolo duro delle coupé del cavallino hanno sempre avuto una sorella più estrema, più potente e più sportiva, uscita qualche anno dopo per ridare attenzione al modello. Si iniziò nei primi anni 2000, con con la 360 Challenge Stradale che affiancò la 360 Modena. All’epoca della 430, arrivò anche la versione “Scuderia”, poi con la 458 ci fu il modello “Speciale”. Adesso la 488, ultima evoluzione a motore V8 turbo della berlinetta stradale, viene affiancata dalla versione “Pista”. Si riconosce per la fascia colorata bianca e blu sul cofano (come avevano sia la 360 Challenge che la 458 Speciale). Ma le vere novità sono tecniche: il motore V8 turbo da 3,9 litri ha guadagnato 50 cv salendo a 720 cv, raggiungendo così la più alta potenza specifica mai vista da una berlinetta V8 Ferrari: 185 cv/litro. La Pista restituisce alla Ferrari al supremazia assoluta in fatto di potenza massima nel campo delle supersportive: i suoi 720 cv superano i 700 della Porsche GT2 RS ed eguagliano i 720 della McLaren 720 S, ma nel caso Ferrari provengono da un motore di cilindrata leggermente inferiore (3,9 litri contro 4). Rimane fuori portata la Senna con i suoi 800 cv, la quale però con il suoi 945mila euro di prezzo appartiene di fatto alla categoria delle hypercar. Tra le esclusività della 488 Pista, un sistema di canalizzazione dell’aria che entra dal muso e che annulla le turbolenze, identico nel funzionamento a quello chiamato S-Duct che si usa in F1 per eliminare i vortici sul muso e aumentare il carico aerodinamico sull’avantreno.
8) Aston Martin Valkyrie
Vogliamo dire che è l’auto più avanzata del mondo dal punto di vista aerodinamico? L’unica che è capace di rivaleggiare con una F1? Non è un’esagerazione perché l’Aston Martin Valkyrie l’ha progettata e disegnata Adrian Newey, il geniale direttore tecnico della Red Bull. Aston Martin e il team di F1 inglese hanno formato una partnership che è visibile anche sulla monoposto che corre nel mondiale F1 2018. In virtù dell’accordo Newey, che è anche un grande appassionato di auto classic e stradali, ha progettato per Aston Martin la sua visione di hypercar mettendoci dentro tutto il know how tecnico di tanti anni di F1. Newey ha partorito una vettura decisamente estrema, che riprende i concetti aerodinamici e di estremizzazione dei pesi delle monoposto. La Valkyrie ha una forma affilata, condotti aerodinamici che garantiscono una deportanza incredibile, tanto che le ruote sembrano “staccate” dal corpo vettura e unite al telaio solo con i braccetti delle sospensioni epr far passare i flussi aerodinamici. Newey poi ha insistito anche sulla riduzione maniacale del peso: l’obiettivo della Valkyrie è di non superare i 1000 kg di peso, che uniti ai 1200 cv erogati dal motore 12 cilindri turbo fornito da Aston Martin dovrebbero permettere alla Valkyrie – unica automobile al mondo – di raggiungere un rapporto peso/potenza inferiore a 1, cioé prossimo a quello di una monoposto F1 (che arriva a 0,75 kg/cv). Vuol dire che ogni cavallo spinge meno di un kg di peso. Incredibile! Non esiste altra auto al mondo oggi che abbia un rapporto peso/potenza così basso: pensate che la McLaren Senna, che è al momento la supersportiva più leggera, pesa appena 1198 kg ma con i suoi 800 cv raggiunge un rapporto peso/potenza di 1,5 kg/cv.
9) Volkswagen famiglia ID
Il futuro dell’auto elettrica e autonoma passa per la famiglia di auto che Volkswagen chiama ID (il nome è un acronimo he fa riferimento a una nuova identità, cioé ID, dell’automobile elettrica). Sono quattro: c’è la ID base, che fu presentata due anni fa, poi la ID Crozz, ovvero un piccolo Suv, la ID Buzz che è un minivan che richiama il leggendario Bulli, e infine questa ID Vizzion, che simboleggia la limousine. È lunga 5,12 metri e ha un motore elettrico da 225 kW e batterie da 111 kWh che garantiranno ben 665 km di autonomia. La Vizzion è l’unica per adesso prevista a guida completamente autonoma di livello 5: quindi senza volante né pedali. L’auto guiderà da sola raggiungendo mete preimpostate da bordo con tecnologia vocale.
Ma più che quest’ultima, che appare decisamente futuristica, la vera rivoluzione elettrica che promette Volkswagen è quella che arriverà con la prima ID in vendita dal 2020, cioé fra meno di due anni. La ID nei piani Volkswagen dovrebbe rappresentare la Golf del futuro e promette di essere l’elettrica per tutti. Nel senso che dovrebbe risolvere i due annosi problemi che frenano per adesso la diffusione delle auto elettriche: l’autonomia ridotta con una carica di elettricità e il prezzo d’acquisto elevato. Per la ID, la Volkswagen annuncia una autonomia di circa 500 km. E sopratutto un prezzo paragonabile a quello di una Golf turbodiesel di pari allestimento. Quindi dovrebbe restare attorno ai 22/23mila euro. Se la promessa sarà mantenuta, la ID sfonderà davvero sul mercato perché annullerà di colpo il tallone d’Achille delle auto elettriche.
10) Lambo Terzo Millennio
È l’ultima auto del salone. La più futuristica. Il nome Terzo Millennio fa riferimento al fatto che la sua tecnologia rivoluzionaria non sarà pronta che fra qualche decina d’anni. Ma è una visione di come saranno le automobili del futuro un giorno ancora lontano. Della Terzo Millennio non stupisce soltanto la forma avveniristica, ma anche l’hi tech sotto il cofano. È un’auto elettrica, e come tale i progettisti si sono chiesti come alleggiare le ingombranti batterie per azionare i quattro motori elettrici, uno per ruota senza penalizzare le forme, il peso e l’agilità di una supersportiva come una Lamborghini. La risposta è venuta da una collaborazione con gli esperti ingegneri dell’università del MIT, il Massachussets Institute of Technology. Le batterie del futuro non sono sotto la vettura, ma l’intera carrozzeria è… un’unica gigantesca batteria! Realizzata con materiali speciali, nanotubi al carbonio, tutta l’automobile è un accumulatore capace di raccogliere l’energia elettrica per muoverla. Ovviamente la Lamborghini Terzo Millennio è uno studio, non è funzionante e ci sono ancora mille problemi tecnici da risolvere prima di realizzare un prototipo marciante che dimostri la fattibilità delle teorie. Ma vedere di persona al salone di Ginevra come sarà fatta l’automobile del lontano futuro è un fascino che non ha prezzo.