Il Cuore Rosso Ferrari dei tifosi del Cavallino sotto il podio è un’istituzione a Monza. Dimostra che i fan del GP d’Italia sono unici. Peccato che questo generoso entusiasmo a volte venga incanalato male. Hamilton a Monza sul podio è stato sommerso dai soliti “buuh” (almeno non erano fischi che fanno ancor più male…) quando è stato premiato. In compenso Vettel è stato coperto di applausi. Proprio lui che 4 anni prima, da vincitore ma vestito Red Bull s’era preso la sua bella dose di fischi.
Un pilota vincente, anche se veste i colori avversari, dovrebbe essere rispettato e ammirato sempre: per il suo talento di guida, per lo show che ha fatto, per il divertimento e per l’emozione che ti ha procurato. Puoi non tifare per lui, ma devi rispettarlo.
L’ammirazione per i corridori di F1 dovrebbe andare al di sopra del campanilismo. Una volta ad esempio il tifo per Senna era traversale. Applaudito e rispettato anche dai ferraristi che lui batteva.
Un campione dello sport, tanto più di uno sport dove c’è il rischio della vita sempre presente, non lo si insulta: lo si ammira e basta. Invece la F1 ha preso la brutta piega del calcio: l’avversario non è un rivale da battere, ma un nemico da abbattere, mortificare e insultare. Ma poi con che faccia questi tifosi che ieri fischiavano Vettel quando aveva la tuta blu e oggi lo osannano solo perché ha la tuta rossa, oggi hanno il coraggio di proclamarsi appassionati di F1? Lasciate le frustrazioni ai tifosi di calcio che ormai sono incorreggibili e facciamo vedere che a livello di pubblico la F1 è un passo più avanti.