Aggiornato dopo l’annuncio Ferrari
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“Sparata” a titoli cubitali dal Corriere della Sera e poi confermata nella serata di giovedì 1 febbraio dal Ferrari, la notizia dell’arrivo in Ferrari di Lewis Hamilton nel 2025 è una vero fulmine a ciel sereno. Come sempre, quando un (bravo) collega dà uno scoop, molti altri giornali, per invidia o per la gelosia per non essere stati i primi a parlarne, si sfilano con varie motivazioni: la cosa non ha senso, per me non è vero, è la solita notizia acchiappaclick e così via. Ma al di là della fonte autorevole (parliamo del Corsera, non di un sito di youtuber allo sbaraglio) che ne valorizzava per me l’indiscrezione, vi dico perché questa mossa strategica audace ha davvero un senso. E perché ci credo. Ma provo ad analizzare anche quali sono gli ostacoli davanti che potrebbero portare ad un insuccesso.
Prima di tutto c’erano un sacco di indizi che deponevano a favore della probabile autenticità della “bomba”. Fra questi, la strana coincidenza temporale. il nome di Hamilton è stato spesso accostato a Ferrari in passato ma sempre in maniera “furba” e nel momento per Lewis più opportuno: nella fase di rinnovo contrattuale con Mercedes per mettere pressione a Toto Wolff (quindi voci probabilmente fatte uscire da Lewis stesso). Qui invece è stato diverso: un’indiscrezione uscita fuori a cose fatte, quando Lewis aveva già da mesi un biennale in tasca con Toto Wolff, ha fatto riflettere che sotto ci fosse davvero la voglia di fare il colpaccio. Secondo, a destare sospetti c’era il fatto che Ferrari non si decideva a portare avanti né tantomeno a concludere la trattativa con Sainz mentre Leclerc l’hanno bello che riconfermato. Ora col senno di poi è chiaro: stavano lavorando a un progetto diverso e il rinnovo di Sainz a quel punto diventava la scelta di ripiego nel caso la clamorosa operazione Hamilton fosse fallita.
La cosa che stona invece è che Ferrari fino a ieri diceva che avrebbe messo Leclerc al centro del progetto dei prossimi anni (e gli aveva anche rinnovato a scadenza quasi eterna il contratto) e invece adesso che fa? Gli mette tra i piedi il più titolato pilota di F1 della storia a cui certo non si può chiedere di fare da “spalla” a Charles. Per questo forse Leclerc l’hanno voluto tranquillizzare col pluriennale e l’aumento dell’ingaggio: per rendergli la pillola meno amara da ingoiare.
Ora arriviamo agli aspetti a favore di questo clamoroso accordo: i motivi per cui è stata una grandissima mossa di mercato.
Dal punto di vista di Hamilton, l’accordo è fortemente positivo: lui è in cerca di uno stimolo extra. Ha vinto 7 titoli mondiali, insegue l’ottavo per essere il top di sempre. Ma sa che il tempo gli sta sfuggendo tra le mani perché ha appena compiuto 39 anni e gli rimangono poche, pochissime stagioni per un colpo di coda. Non crediate si sia ormai “seduto” perché quando siete odore di vittoria guida ancora come dia fare lui. Nel 2023 sono più le volte che è stato più veloce del giovane Russell che quelle in cui le ha prese. La velocità gli è rimasta dentro. Se non come quando aveva 25 anni, quasi. Se non sul giro secco in qualifica, di sicuro nella gestione gara è ancora fortissimo. Lì l’età non. Serve. E più queste F1 “facili” da guidare fisicamente se hai un corpo integro e muscoloso, sono bene alla portata anche dei quarantenni. Come dimostra Alonso.
Lewis appariva appannato, aveva perso l’entusiasmo negli ultimi due anni di fronte all’incapacità della Mercedes di offrirgli una macchina vincente e questo lo ha portato a guidare qualche volte sotto le righe. Ma come tutti i cannibali, è uno che se annusa odor di vittoria sa ancora tirare fuori le unghie e graffiare duro. Ma perché avrebbe dovuto cambiare squadra? Mah, forse si era davvero stufato della Mercedes. Dopo 12 anni anche le grandi passioni sfioriscono un po’. Forse temeva che nemmeno James Allison riuscisse a rovesciare la W15 come un calzino per farla tornare vincente. Perciò alla lusinga Ferrari, che si ripete puntuale ogni due o tre anni, stavolta ha dato davvero ascolto. Probabilmente non aveva più fiducia nelle capacità Mercedes. Noi non lo sappiamo con certezza, ma lui aveva di sicuro già visto il progetto Mercedes 2024 perché le vetture sono già quasi pronte, conosceva i numeri che sono usciti fuori dalle simulazioni e dalla galleria del vento, sapeva già valutare il potenziale della macchina e forse non era del tutto convinto di quello che stava combinando Brackley. Magari avrà confidato a se stesso: se non cambio ora, non cambio mai più. E l’ha fatto.
Poi c’è il tema del futuro: passando a Ferrari Hamilton ha tutto da guadagnarci a lungo termine. Non solo come pilota ma come personaggio pubblico. Il clamoroso approdo a Maranello apre ad Hamilton uno scenario da protagonista per gli anni a venire. Da uomo-copertina. Lui che è così appassionato del jet set sa che Maranello grazie al suo prestigio di marchio di lusso e moda, gli può garantire uno status che la Mercedes non gli avrebbe mai potuto dare. Perché Ferrari è un brand glamour, Mercedes no. Hamilton di restare nell’ambiente F1 ad occuparsi di corse dopo il ritiro non ne aveva nessuna intenzione e l’ha ribadito di recente. Indossando i colori Ferrari potrà avere una prospettiva glamour eccitante per gli anni a venire. Sarebbe l’uomo-simbolo del Cavallino per il futuro. Lasciate stare che i successi li ha colti con la Mercedes: è con i colori Ferrari che entrerà nella storia. Con Mercedes al massimo avrebbe fatto l’ambassador della stella sui circuiti e nelle concessionarie, al massimo avrebbe girato spot pubblicitari con le berline tedesche. Come faceva Fangio. Con la Ferrari sarà un’altra storia. Maranello gli spalancherà porte dove né la Mercedes né i suoi sette titoli mondiali l’avrebbero mai fatto arrivare. Se poi dovesse lottare per vincere ed assicurarsi l’ottavo titolo proprio con la Rossa, sarebbe un’apoteosi.
Per Ferrari, anzi per John Elkann in prima persona, invece rappresenta un colpo clamoroso. Perché è vero che ingaggiando Hamilton porta a Maranello un campione ormai sul viale del tramonto e con poca longevità agonistica, ma l’eco mediatica del clamoroso ingaggio farà parlare per un anno intero il mondo della F1. Come quando la Juve ha preso Cristiano Ronaldo ormai maturo. Ma ancora in grado di creare entusiasmo e di rivitalizzare la Vecchia Signora.
Attorno a Lewis, la Ferrari potrebbe costruire un ecosistema di successo mediatico e commerciale. Molto più Cher con Leclerc o Sainz. E questa mossa darà a Elkann quel lustro e quel prestigio da presidente protagonista, capace di grandi mosse tattiche, sia presso il mondo F1 che davanti ai tifosi. Un prestigio che Elkann inseguiva vanamente da anni. L’ingaggio di Hamilton lascerà il segno presso i tifosi. Un colpo di teatro da vero leader, come e più di quando Montezemolo prese Schumacher o di quando Marchionne strappò Vettel alla Red Bull.
I soldi ed i contratti da rompere non sono stati un problema sotto quest’ottica. La Ferrari che ha appena annunciato un bilancio record con 5,9 miliardi di ricavi dalle vendite nel 2023, non si può certo far impensierire da quei 40 o 50 milioni d’ingaggio da pagare a Hamilton: è appena l’1% del fatturato… Se i commerciali lavorano bene, il Cavallino li recupererà subito con nuovi sponsor desiderosi di legarsi all’inglese col marchio Ferrari addosso. Pensate a tutti i brand di provenienza anglosassone…
Ma come ha fatto Hamilton a svincolarsi a una contratto esistente? Probabilmente Lewis, nel rinnovare il contratto con Mercedes la scorsa estate per il 2024 e 2025, si è lasciato una via d’uscita aperta firmando un 1+1 a proprio favore in cui dopo il primo anno (2024) porta decidere che fare: se estendere il legame oppure interromperlo. Come si fa sempre in questi casi se hai il coltello alla parte del manico. Di solito è il team ad avercelo, ma grandi campioni riescono nello stringere un accordo a rovesciare le condizioni. Per potersi svincolare dopo una solo anno.
I rischi? Tantissimi. Ora che il legame è stato sancito dal 2025 in poi, sia la Ferrari che Hamilton devono confermare di aver fatto la scelta vincente. Se Maranello continuasse a perdere con Lewis in squadra, non avrebbe più alibi. Se Hamilton a sua volta fallisse la sfida al titolo o peggio ancora si facesse battere in pista da Leclerc, sancirebbe il suo tramonto definitivo. Con 40 milioni in più nelle tasche ma tanta delusione in corpo. Ma è presto per dirlo.
Poi viene il delicato discorso degli equilibri in squadra. Come prenderà Leclerc l’arrivo di Hamilton? Lui e tutti noi credevamo che la Ferrari stesse costruendo un team tutto centralizzato su Lecler e invece non sarà così. Perché Lewis è un compagno “scomodo” per la velocità che ancora dimostra e per il prestigio che possiede. Non gli si può certo chiedere, come a Sainz, di farsi educatamente a parte. La coesistenza in squadra sarà un problema che Vasseur dovrà smussare.
Il problema è che la Ferrari negli ultimi anni non è mai stata in grado di gestire bene due piloti di punta senza innescare litigi e polemiche. Non c’era riuscito Binotto con Leclerc-Sainz, ma a dire la verità nessun altro c’è mai riuscito veramente. La storia della F1 è piena di fallimenti in cui i team principal non sono riusciti a gestire due galletti nel pollaio. A partire da Ron Dennis ai tempi di Senna e Prost, poi Frank Williams con Mansell e Piquet, a Ron Dennis fase 2 con Hamilton e Alonso nel 2007, fino ad Arrivabene con Raikkonen e Vettel. Pure Toto Wolff ha faticato a far coesistere Hamilton e Rosberg. Perché i piloti possono essere amici finché vogliono ma quando abbassano la visiera il compagno diventa il primo nemico. Sarà una sfida difficile da affrontare. Non che non si possa superare, ma sarà complicata.
Piuttosto sono i tempi che non convincono. Come quando proprio Elkann, da poco presidente, comunicò a Raikkonen alla vigilia del GP Monza 2018 in cui partiva in prima fila che non avrebbe guidato per la Rossa l’anno successivo. Scatenando la rabbia di Kimi che al via ostruì Vettel. Nello stesso modo annunciare a inizio 2024 l’ingaggio di Hamilton per l’anno dopo significa spaccare l’armonia dell’attuale coppia che nel 2024 dovrebbe gareggiare di comune accordo per tutta la stagione. Con che spirito Sainz correrà sulla Rossa quest’anno? Con quale faccia tosta potranno chiedergli di mettersi a disposizione di Leclerc qualora fosse necessario per il campionato? E lo stesso vale per Hamilton in Mercedes. Sarà un anno di passione. Lungo e sofferente. Le coppie e le squadre si disfano a fine stagione, non all’inizio. Non si poteva tenerlo segreto per qualche altro mese?
Comunque alla fine dei conti tutto ruota attorno alla macchina: se la SF-24, anzi la SF-25 visto che parliamo del 2025, sarà finalmente competitiva, tutto andrà per il meglio. Se poi azzeccheranno da subito il progetto della nuova power unit 2026 sarà tutto in discesa. A quel punto ci si scorda dei problemi. Perché è sempre meglio avere due fuoriclasse al volante piuttosto che un campione e un buon secondo pilota.