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Vero o falso? Vettel poteva vincere il GP Cina? E Hamilton ha veramente dominato la gara come il distacco di 6″ all’arrivo fa presupporre, oppure no? Ne avevamo parlato dopo le qualifiche ma adesso l’epilogo della corsa permette di trovare meglio le risposte a tanti dubbi che il GP Australia aveva lasciato in sospeso. Analizziamo la corsa (e le qualifiche) per capire meglio le verità della F1 e sfatare tanti luoghi comuni. Con la premessa che so bene che con i “se” e i “ma”non si fa la storia, ma certa storia bisogna rileggerla ogni tanto al netto di errori o imprevisti. Un regista ci ha fatto anche un film come “Sliding doors” sulla piega che potevano prendere i fatti con un destino diverso…

La safety car davanti al gruppo delle F1 in Cina

Vettel poteva vincere senza SC – VERO

Sebastian dice di no. Che non poteva vincere in Cina. Che alla fine la Mercedes ha meritato la vittoria. Ma per com’è finita la corsa, c’è il sospetto tangibile che la Ferrari poteva davvero conquistare la vittoria. E l’ha persasi per colpa della safrty car dovuta all’incidente di Giovinazzi, sia per il tempo perso dietro Raikkonen fra il 9° e il 20° giro.

Facciamo qualche considerazione con i dati cronometrici della corsa sottomano. Il distacco accumulato a fine gara da Vettel a fine GP da Hamilton è stato di 6,2 secondi: davvero minimo. Inoltre Ferrari e Mercedes non si sono stavolta risparmiate: nessuno ha tirato i remi in barca per tutti i 56 giri di gara quindi il gap non è viziato a rallentamenti vari. Alla fine il giro più veloce di Vettel è stato appena più lento di quello di Hamilton: 1’35″423 quello di Seb, 1’35″378 quello di Lewis. Appena 45 millesimi, un’inezia. Poco più del distacco sul giro di qualifica. Se dividiamo il distacco finale (6,2 secondi) per i 56 giri di gara, viene un divario medio di appena 1 decimo al giro.

Quindi la vera differenza l’ha fatta l’episodio dei primi giri. Quando Vettel è “dovuto” passare in pit lane sotto safety car perché c’era la pista ostruita dalla Sauber incidentata di Giovinazzi. In quel momento Vettel era l’unico che aveva fatto coraggiosamente il cambio gomme scegliendo le slick (soft) già al 2° giro mentre Hamilton davanti a lui aveva continuato con le intermedie a titolo precauzionale. Vettel è ripartito 6° staccato soltanto di 14″ da Hamilton. Sembrava una situazione perfetta: la Ferrari con ottima scelta di tempi aveva approfittato della virtual safety car per cambiare le gomme e guadagnare qualche secondo. Scenario ideale per compiere il sorpasso “virtuale” nel pit stop perché fermandosi, Hamilton avrebbe perso circa 24 secondi.

Al giro dopo, il 3°, Vettel aveva le gomme già “calde” e poteva sfruttarle per rimontare rapidamente la Mercedes, invece è rimasto fregato dall’incidente di Giovinazzi. Siccome la Sauber incidentata ostruiva la pista, la direzione gara, oltre a mettere la safety car, ha fatto passare tutti i piloti dalla pit lane. E questo ha danneggiato Vettel perché i primi, visto che erano costretti a passare comunque dai box, ne hanno approfittato per cambiare le gomme. Hamilton compreso. In pit lane la velocità è uguale per tutti Vettel che non doveva sostituire gli pneumatici, è stato costretto anche lui a imboccare la pit lane invece di fare la pista dove poteva recuperare facilmente il distacco da Hamilton.

I numeri dicono la cruda realtà: a inizio gara Vettel era alle spalle di Lewis staccato di appena 1″3; dopo il suo pit stop era appena a 14″ dalla Mercedes, in 6° posizione ma invece di ritrovarsi avanti a Hamilton quando l’inglese ha cambiato gomme, causa safety car e transito in pit lane, si è ritrovato sempre sesto, alle spalle di Hamilton e delle Red Bull e di Raikkonen.

Vettel in coda al gruppetto formato da Ricciardo e Raikkonen, più lenti di lui

Vettel poteva vincere senza il tappo di Kimi – VERO

Purtroppo è vero anche questo: Vettel poteva vincere il GP o comunque giocarselo fino all’ultima curva senza il “tappo” di Raikkonen fra il 10° e il 20° giro. Quando la gara è ripartita, Vettel era a 6″ da Hamilton in testa alla gara. Ma era schiacciato dietro Raikkonen che girava nettamente più piano di lui e si lamentava per mancanza di potenza del motore.
Eppure il box ha lasciato i due liberi di fare la propria gara -che purtroppo ha significato anche ostacolarsi – senza dare il classico ordine che abbiamo sentito altre volte dal muretto rosso ai tempi di Alonso: “Kimi, Seb is fastest than you”.

Così il gap di Vettel da Hamilton, che era di 4″ alla ripartenza dopo la safety car, era salito a 6″ al 13° giro, è diventato di 10″ al 21° giro quando ha scavalcato Raikkonen. Considerando che Vettel a fine gara è giunto a 6″2 dalla Mercedes di testa, il ferrarista, sia senza la safety car oppure senza il “tappo” di Kimi, aveva in uno o nell’altro dei casi la chance per giocarsi la vittoria del GP. O per lo meno di fare quel duello ruota a ruota con Hamilton che anche Lewis attendeva con ansia.

Vettel al GP Cina nel corso delle qualifiche finito a 186 millesimi a Hamilton

Ferrari va forte sul giro – VERO

La conferma è venuta dalle qualifiche di Shanghai. La Ferrari c’è. È competitiva, eccome se lo è. Melbourne è un circuito atipico: stradale, con poco grip come tutte le piste cittadine (infatti si usano le mescole più morbide fra tutte, le ultrasoft). Shanghai invece, con tutto il suo clima capriccioso, è una pista davvero probante, con tutte le condizioni tipiche dei circuiti più selettivi: una serie di esse dopo il traguardo, una curvone velocissimo a destra (curva 12); un rettifilo lunghissimo – oltre 1 km – che fa capire il divario di potenza fra i motori. E l’ultima curva insidiosa a sinistra, la 16, curva in appoggio dove i piloti di talento possono fare la differenza.

La risposta è che la Ferrari è davvero competitiva nel giro secco. In tutte le condizioni. Con gomme soft e gomme supersoft, nel lento e nel veloce. Sul rettifilo e in curva. In Australia il divario dalla Mercedes sul giro secco in qualifica era stato di 268 millesimi; in Cina il gap è sceso sotto i 2 decimi: 186 millesimi. L’anno scorso era quasi mezzo secondo.

Vettel con le gomme super soft

Ferrari “gentile” con le gomme – VERO

La Ferrari in Q1 con le gomme soft è stata addirittura più veloce della Mercedes che montava le supersoft. Le gomme rosse dovrebbero dare un vantaggio di almeno 7 decimi rispetto alle supersoft. Nonostante questo, Vettel con le gialle, ha fatto un tempo due decimi e mezzo più rapido di quello di Hamilton con le rosse. Che non fosse un caso, la riprova è venuta da Raikkonen, anche lui con le gialle è risultato più veloce di 3 decimi dell’altra Mercedes di Bottas con le rosse.

Vuol dire che la SF70H “fa lavorare” benissimo sul giro singolo ogni tipo di mescola, anche quelle più dure. Tre anni fa la Ferrari soffriva a mandarle in temperatura, l’anno scorso le degradava in fretta. Adesso invece è tornata ad essere una macchina “gentile” sulle gomme. Il lavoro di messa a punto fatto nei test in Spagna, dove le Ferrari hanno girato quasi sempre con le mescole più dure, ha funzionato.

Mercedes W08 e Ferrari SF70H: l’obiettivo può distorcere le proporzioni fra le auto

Mercedes soffre il passo lungo – FALSO

Qualcuno aveva criticato la scelta progettuale sbagliata della Mercedes di costruire la monoposto 2017 a passo lungo invece che a passo corto come la Ferrari. Di fatto la W08 ha un interasse di oltre 3700 mm mentre la Ferrari è circa 200 mm più corta. Si vede bene anche nelle foto la differenza. Beh, se guardiamo certe curve della pista di Shanghai, possiamo tranquillamente smentire che la Mercedes a passo lungo non funzioni bene in pista. Un’auto a passo lungo dovrebbe avere grande stabilità nelle curve veloci ma risultare poco maneggevole e in difficoltà nel misto e nelle curve più lente.

Andiamo a vedere se è proprio così. In Cina il primo tratto di pista lungo poco meno di 1 km è composto praticamente da una serie di curve e controcurve continue: dopo la frenata del rettifilo la pista gira a destra, si intorciglia su se stessa poi in lieve discesa volta verso sinistra. È un disegno del tracciato che Tilke, il progettista dei circuiti moderni, ha realizzato così per ricordare la forma degli ideogrammi cinesi e omaggiare indirettamente il paese asiatico. Per i tecnici, la Mercedes dovrebbe fare una gran fatica a girare nelle curve così strette con il suo passo lunghissimo. Ma i tempi dicono il contrario! Nel primo settore della qualifica il più veloce in assoluto è stata la Ferrari di Vette (ma solo in Q2) che ha percorso quel tratto in 23”998, ma Hamilton ha impiegato appena 38 millesimi di più; e la seconda Mercedes, quella di Bottas, è stata più rapida della Ferrari di Raikkonen di 97 millesimi in quel punto. Quindi la leggenda che la Mercedes a passo lungo sia in difficoltà nel misto stretto, stando ai numeri, è una sonora balla.

Bottas in azione a Shanghai

Bottas va piano, è un numero 2 – FALSO

Sono stati tutti un po’ frettolosi a giudicare Bottas: “Non vale Rosberg”, “E un numero 2” e via con critiche simili. Però alla fin fine il povero Bottas le palle ha dimostrato di averle. Eccome.

Guardo sempre i tempi: in qualifica a Shanghai ha preso meno di due decimi da Hamilton: 187 millesimi. In australia aveva preso 3 decimi dal caposquadra, qui ha dimezzato il distacco. Pian piano sta chiudendo il gap. Stare così vicino a un maestro della pole position come Hamilton è un gran risultato, non una delusione. Tra l’altro Bottas è stato il migliore di tutti – Hamilton compreso – nella famosa curva 16, quella da “pelo”che i piloti fanno alla cieca e in apnea. Quel parziale, l’ultimo del giro, Bottas l’ha percorso un decimo più veloce di Hamilton e ha recuperato lì quasi tutto il distacco che aveva accumulato da Vettel nel resto del giro: 151 millesimi su 152.

Quello fra Bottas e Hamilton è un distacco minore fra compagni di squadra rispetto quello che c’è stato fra Vettel e Raikkonen, separati alla fine da 276 millesimi. Quindi Bottas non sta affatto sfigurando. Aspettiamocelo prima o poi davanti a tutti.

Velocità, Ferrari ha raggiunto Mercedes – VERO

La supremazia della Mercedes in rettifilo ormai non esiste più. La speed trap, la fotocellula che cattura le velocità massime delle monoposto, in Cina sul lungo rettifilo dice che la punta massima l’ha toccata la Renault Re30 di Magnussen in 329,7 km/h davanti alle Mercedes W08 di Bottas e Hamilton (328,8 e 328,0 km/h rispettivamente) e alla Williams-Mercedes di Massa in 327,8 km/h. Ma la Ferrari è subito lì dietro: Vettel 325,3 km/h e Raikkonen 323,9 km/h. Uniche monoposto ben staccate sono le McLaren Honda di Alonso e Vandoorne: 315,6 km/h: ben 14 km/h  distanti dai migliori.

1 COMMENTO

  1. Analisi condivisibile. Secondo me Vettel poteva vincere senza l’incidente di Giovinazzi, o perlomeno giocarsela con Hamilton.
    Non capisco perché lei non abbia sottolineato assurda gestione dal box di Kimi in crisi gomme e tenuto in pista inutilmente fino a farsi superare da tutti … persino da Sainz.
    Evidentemente non sanno misurare il distacco in secondi tra Kimi e chi lo segue. Troppo difficile?

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