SHARE

Che cos’hanno in comune Carolina di Monaco, il regista Spike Lee, la scrittrice Susanna Tamaro, il cantante David Bowie e il terrorista Bin Laden? Sono tutti nati nel 1957. Lo stesso anno che vide la luce la Fiat 500, l’utilitaria più famosa e popolare d’Italia che quest’anno compie sessant’anni di vita. La Fiat 500 venne presentata il 4 luglio 1957; era un’epoca in cui l’Italia aveva ormai superato il trauma del dopoguerra e stava nascendo quel “miracolo economico” che avrebbe portato prosperità al nostro paese. Era un’Italia che cresceva e aveva voglia di svagarsi.

Pochi mesi prima, durante l’inverno, la Rai aveva avviato “Carosello”, un vero fenomeno sociale. Simboleggiò ben presto lo spartiacque che divideva i “grandi” dai bambini, il momento dopo il quale i bimbi sarebbero andati a letto. In quel 1957 tutto il mondo stava entrando in una nuova dimensione: l’Unione Sovietica aveva inaugurato la corsa allo spazio lanciando in orbita il primo satellite, lo Sputnik. E la Fiat fece la sua parte per modernizzare l’Italia. Prima con la Fiat 600 lanciata un anno prima, l’auto che motorizzò l’intero paese. Poi con la 500.

A dir la verità c’era già stata una 500 nella storia della Fiat: la 500 A del 1936. Ma subito, per via delle sue forme minuscole, quell’utilitaria era diventata per tutti la “Topolino” e il nome originale si perse. Fu proprio ispirandosi al successo della Topolino di vent’anni prima che la Fiat decise di ripetere l’esperimento dell’utilitaria. E ne affidò il progetto al geniale ingegnere romano Dante Giacosa che realizzò un’auto minuscola – era lunga meno di 3 metri – con un design tondeggiante che ispirava simpatia. Anche se aveva tanti compromessi. La Fiat 500 doveva costare poco per essere alla portata delle tasche dell’Italia operaia (il primo prezzo era di 490mila lire) e garantire massima economicità d’uso. Tanto che la prima versione di 500, con il suo motore di appena 479 cm cubici e un peso sotto i 500 kg, riusciva a percorreva ben 22 km con un litro di benzina! Consumi che fanno invidia a una moderna vettura ibrida.

Eppure l’Italia in quel 1957 accolse con molta freddezza la nuova Fiat 500: nei primi anni se ne vendettero poche migliaia. Contribuirono a metterla in difficoltà certe scelte ambigue della Fiat stessa. Per paura di cannibalizzare le vendite della sua Fiat 600 lanciata l’anno prima, la marca torinese aveva volutamente deciso di omettere molti dettagli sulla 500. Pensate che per evitare di fare concorrenza alla 600, la velocità massima della piccola era stata limitata a 85 km orari; la macchina aveva i vetri laterali che non si aprivano; per i passeggeri dietro c’era una scomoda panchetta al posto dei sedili. Infine, a causa della scelta di montare il motore dietro e il serbatoio nel vano anteriore, non esisteva praticamente bagagliaio! Insomma, un’automobile incompleta.

Ci vollero un paio d’anni e una nuova strategia per cambiare volto e percezione alla piccola 500. L’auto si arricchì di quei dettagli che erano stati inizialmente omessi: la potenza dai ridicoli 13 cavalli della prima versione salì prima a 15 poi a 21 cavalli, il prezzo scese. Fu allargata la gamma con le versioni sportive, spider a tetto apribile e arrivò anche la Giardiniera con la felice trovata del motore bicilindrico “steso” in posizione orizzontale sotto il vano posteriore che permise di realizzare un piano di carico piatto e molto capace, come le station wagon di oggi.

Il tocco finale fu il restyling del 1965 che portò fra le altre cose alla sostituzione delle porte che si aprivano controvento con portiere più tradizionali. Poi arrivarono i preparatori sportivi, come Abarth e Giannini, che dando quel tocco di sportività alla 500, ne decretarono il successo anche fra i giovani. E così la 500 da macchina incompleta divenne un must trasversale che sapeva assumere tante personalità diverse: la seconda macchina da città, l’utilitaria per la moglie, un piccolo bolide per i giovani sportivi. E la prima alcova per tanti fidanzati degli Anni Sessanta che cercavano un po’ di intimità. La Fiat 500, con il suo cambio senza sincronizzatori, educò anche tanti italiani alla guida costringendoli ad imparare l’arte della “doppietta” nello scalare marcia per non “grattare” rumorosamente. Durò in tutto 16 anni, fino al 1973. Ma sopravvisse come icona di culto nei tanti fan Club che periodicamente si ritrovano al volante della piccola utilitaria.

La storia della 500 è ripartita nel 2007, quando la Fiat con una perfetta operazione vintage, ha lanciato la Nuova 500. Era la voglia di dimostrare, dopo un periodo buio, che l’azienda era ancora viva, creativa, e sapeva creare un’automobile all’avanguardia per design, gusto e tecnica attingendo alla propria cultura storica. La matita del designer Roberto Giolito ha creato una versione moderna di 500 che possedeva tutto il fascino e la simpatia del modello di cinquant’anni prima. In fondo è questa la rivincita della Fiat 500 contro la 600: la cugina più grande ha vissuto i primi anni di gloria ma si è presto estinta; la piccola utilitaria che ne aveva all’inizio subìto la superiorità, è invece diventata eterna.

SCRIVI UNA RISPOSTA

Please enter your comment!
Please enter your name here