La ricetta era di quelle vincenti: prendere una dozzina di monoposto F1, vecchie e attuali, farle girare su un tracciato cittadino ricavato nelle strade del centro di Londra attorno a Trafalgar Square. E poi convincere i piloti a dare spettacolo, con accelerate, partenze a ruote fumanti e controsterzi.
È bastato questo show a mandare in visibilio la capitale inglese e tutti i londinesi accalcati attorno al percorso. È successo mercoledi 12 luglio nel tardo pomeriggio. È stato il più grosso show pubblicitario della storia della F1. Mai prima d’ora tutte le scuderie di Formula Uno si erano ritrovate assieme in una esibizione che non fosse per una gara di campionato del mondo. Finora show in città le avevano fatte la Red Bull (anche a Torino e Napoli qualche anno fa) e la Ferrari in occasione delle sue gare del programma Ferrari Corse Clienti, che si svolge in giro per le grandi capitali del mondo. Ma si trattava sempre di macchine di un solo team. Qui c’erano davvero tutti e dieci i team: con i propri piloti ufficiali e le monoposto.
L’unico problema è che per motivi regolamentari i team hanno dovuto usare le monoposto di due anni fa perché avrebbero altrimenti violato il regolamento che proibisce di svolgere prove o test durante la stagione. Ma poco importa che i vari Vettel, Alonso, Bottas, Ricciardo, Verstappen, Massa e così via, guidassero macchine attuali o di due anni fa. Perché l’importante era fare spettacolo, eccitare il pubblico con rumore, fumo e controsterzi. E quello non è mancato. Per la gioia del pubblico.
È stata la più bella mossa compiuta da Liberty Media dal giorno dell’acquisto del business F1. Con questa iniziativa gli americani hanno dimostrato davvero di fare sul serio quando dicono di voler avvicinare la F1 alla gente comune. Non a parole ma con i fatti. E evidentemente sanno come riuscirci. È stato un evento mediatico di una portata incredibile e di una riuscita eccezionale. Che ha emozionato gli stessi piloti, che nonostante tanti anni di attività non avevano mai toccato con mano la vicinanza così massiccia del pubblico. Perché un conto è godere dell’abbraccio virtuale della folla dalla confortante distanza di un podio rialzato, un conto è ritrovarsi proprio nel mezzo della gente in una grande città. Quasi a contatto con una marea di tifosi: divisi soltanto da un new jersey di plastica.
Ma Liberty Media ha avuto anche un altro pregio con la sua iniziativa: ha dimostrato che si può paralizzare in modo positivo il centro cittadino di una grande città portando auto da corsa che fanno puzza e rumore, e non solo monoposto ecologiche come le Formula E. E nessuno si lamenta quando lo show merita. Di sicuro nessun londinese avrà criticano l’iniziativa…
Oltre alle monoposto moderne, c’erano anche un paio di vecchie F1 leggendarie: la McLaren-Honda di Senna del 1991, guidata da Stoffel Vandoorne con cui il belga si è esibito in controsterzi da paura. E poi la Renault turbo RE 01 1977, che proprio a Silverstone debuttò in F1 quarant’anni fa. A guidarla però non c’era Jabouille, il pilota che la fece esordire quel 16 luglio 1977, ma niente di meno che il quasi settantenne René Arnoux, protagonista due anni dopo dell’epico duello con Villeneuve, con quel Renault turbo. Soprannominata “la teiera” perché fumava sempre poiché si rompeva spesso, la gialla Renault è stata un’attrazione interessante. Ma non come le recenti Ferrari SF15H, la Mercedes W06 e la Red Bull del 2015.
Tra tutti i presenti, compreso l’iridato in carica Nico Rosberg che non ha guidato ma è venuto a prendersi la sua meritata valanga di applausi, un solo assente (ingiustificato): proprio l’idolo di casa Lewis Hamilton. Che ha disertato incredibilmente l’evento. Hamilton ha evidentemente sottovalutato la portata dello show e ha preferito restarsene in vacanza per due giorni prima del GP casalingo scusandosi per l’assenza con il pubblico via twitter. Incredibile che proprio una star come lui, attenta a cavalcare gli eventi e ad attirare l’attenzione del pubblico, abbia commesso un così grande errore strategico, proprio nella sua città – Londra – e proprio nei giorni del GP di casa in cui deve consolidare il consenso attorno a sé, visto che tante critiche si agitano attorno al suo comportamento.
Ora la speranza di tutti è che,vista la riuscita dell’evento londinese, si possa ripetere l’esperimento nelle grandi città vicine ai circuiti più ptestigiosi che la F1 toccherà nel campionato. Gli italiani già hanno l’acquolina in bocca sperando di vedere le F1 a piazza Duomo a Milano, alla vigilia del GP di Monza. Ci sarà la resistenza dei politici, certo. Ma se l’esibizione delle F1 ha comunque convinto il sindaco di Londra che è uno dei più accesi critici dell’automobile in generale per il traffico che provoca, c’è possibilità che il sogno si realizzi anche in Italia. La palla ora sta ai politici…