SHARE

La foto che vedere nel titolo e vi replico qui sotto, dovrebbe dare la risposta a tutte le polemiche su quel contatto fra Verstappen e Vettel alla prima curva del GP Canada. Fermo restando che la rimonta di Vettel dall’ultimo al quarto posto è stata magistrale, viene l’amaro in bocca a pensare come sarebbe andata a finire la corsa senza quella piccola collisione alla prima curva. Il ferrarista è stato preso a sandwich fra Bottas all’interno e Verstappen all’esterno. Alla fine Verstappen ha pizzicato con la sua gomma posteriore sinistra l’ala anteriore di Vettel danneggiandogliela e condizionando la gara del ferrarista.

La freccia indica come Verstappen sia ormai quasi del tutto davanti a Vettel al momento di chiudere la curva (tenete anche conto dello schiacciamento del teleobiettivo che avvicina i soggetti nella fotografia)

Sul web è partita la caccia a Verstappen, colpevole di aver “calpestato” il ferrarista e la sua ala anteriore. E c’è persino chi ha responsabilizzato Raikkonen, “reo” di essere partito male e di aver così lasciato un ampio varco a Verstappen scattato dietro di lui. Ma se analizziamo la vicenda cercando di vedere le cose da una prospettiva “neutra”, partendo anche da questa fotografia, si capisce bene cosa è successo e perché. Tenendo conto della prospettiva – la fotografia è scattata da grande distanza con il teleobiettivo – la freccia indica che la Red Bull, al momento di impostare la curva, è ormai quasi completamente davanti alla Ferrari.

È facile concludere che Vettel è partito male. O meglio, non ha fatto una partenza estremamente felice. Meglio di quella di Raikkonen che ha fatto patinare le gomme ed è scattato lentamente. Mentre Verstappen dalla terza fila è partito a fionda (come fece proprio Vettel nel 2016). È sorprendente come Vettel non sia stato rapido sullo scatto pensando anche a quanto la Ferrari riesca normalmente a portare bene in temperatura le gomme per disporre subito di grip sugli pneumatici a freddo.

La dimostrazione di quanto Vettel sia scattato male la danno le distanze fra le varie macchine nelle prime file. Lo spazio fra una monoposto e l’altra sulla griglia F1 è di 8 metri. Questo vuol dire che il ferrarista, in seconda posizione precedeva di 8 metri Bottas che era terzo e di ben 24 metri Verstappen che era quinto in griglia. Se in un rettifilo di partenza così breve come quello canadese, dove tra la griglia e la frenata della prima curva ci sono sì e no trecento metri, un pilota perde due posizioni vuol dire che bene non è partito, no? Vettel si è fatto recuperare tutto il vantaggio da Bottas e da Verstappen che gli partiva due file dietro.

In realtà poi, più che lo scatto immediato da fermo, che è stato decente, si è dimostrata ancora più incerta la progressione della Ferrari numero 5. Ma l’erroee pià vistoso di Vettel è stato di anticipare eccessivamente la frenata. Forse infastiito oppure disturbato da Bottas che gli ha “tirato” la staccata all’interno. Questo lo ha messo nelle condizioni di subire il doppio attacco da Verstappen e Bottas. Vettel è stato letteralmente “risucchiato” dai due rivali: dalla Mercedes n.77 che gli ha messo il muso all’interno e dalla Red Bull che lo ha affiancato e scavalcato all’esterno. Nelle corse il modo migliore per difendersi alla prima curva è di partire meglio dei tuoi rivali, non peggio. Ma se quelli dietro scattano meglio, riescono ad affiancarti e ti stringono a sandwich cercando di metterti le ruote davanti, non ci sono troppe giustificazioni che reggano. Quindi Vettel ha poche scusanti.

La partenza da dietro: si vede Vettel preso a sandwich tra Mercedes e Red Bull, forse bloccato anche da Hamilton

SECONDO: Verstappen non è stato scorretto. Aggressivo sì, come suo solito, ma non al di sopra delle regole. Prima ha passato Vettel di forza in frenata, poi quando ha chiuso la curva pizzicando l’ala anteriore della Ferrari e rompendogliela, ormai era completamente davanti: quindi aveva diritto di prendersi la traiettoria. Il fatto che abbia sfiorato con l’estremità della gomma posteriore l’ala anteriore di Vettel, dimostra che ormai gli era completamente davanti. Il problema è che Vettel non poteva spostarsi più di tanto perché dall’altra parte c’era Bottas.
Riassumendo, è stata una di quelle tipiche situazioni definibili come “incidente di gara”. Prova ne sia che non è stata nemmeno investigata dai commissari. Purtroppo, le corse insegnano che di solito quando si entra in tre affiancati in curva, ci rimette di più chi resta in mezzo, non chi sta ai lati che ha più spazio di manovra.

TERZO: nel caso di Vettel, l’errore più grave del pilota e della squadra è stato tattico. Non rendersi conto – né lui né la squadra – nei due giri successivi alla collisione che l’ala era fortemente danneggiata. Vero che c’era la safety car, quindi le macchina vanno piano e non si può avere un feeling di guida preciso, ma in quel contesto c’è anche molto più tempo per riflettere e pensare a una strategia differente per rimediare. Di solito la Ferrari prima del via prepara sempre una o due strategie alternative in funzione di eventi imprevedibili. Possibile che non si sianod ecisi ad applicarla con prontezza?

Possibile che nessuno abbia visto con attenzione l’immagine tv dell’avantreno Ferrari danneggiato che le televisioni hanno pure mostrato? Un team dovrebbe in quei casi avere una reattività speciale dopo imprevisti del genere. Quattro anni fa, nel GP Brasile, la Red Bull, dopo una collisione al primo giro che coinvolse proprio Vettel, per capire meglio durante la gara quali fossero i danni sulla monoposto che stava comunque continuando il GP, riuscì addirittura a fare una stampa a colori di grande formato del… guasto. I tecnici Red Bull presero dalla tv il fermo immagine della inquadratura della fiancata rovinata in gara e la stamparono. Esaminandola poi con attenzione al muretto box prima del pit stop per capire meglio dove intervenire per la riparazione durante la sosta che sarebbe arrivata di lì a pochi minuti.

Ci siamo tutti meravigliati che la Ferrari si sia fatta prendere in contropiede e non abbia ragionato per bene sul guasto capitato a Vettel. Tanto più che si era in regime di safety car e c’era tutto il tempo per riflettere e agire al meglio. Se la Ferrari avesse fermato Vettel in quei giri sotto safety car, invece di perdere 31” per cambiare musetto e gomme com’è successo due giri dopo in regime di corsa libera, Vettel avrebbe sprecato sì e no una dozzina di secondi ai box. Non abbastanza per battere Hamilton che gli è arrivato davanti di 37 secondi e che ha ridotto il ritmo nella seconda parte di corsa. E forse nemmeno Bottas che l’ha preceduto di una quindicina di secondi. Ma di sicuro quel podio conquistato da Ricciardo sarebbe stato invece raggiunto con facilità da Vettel. E magari anche quei tre punticini in più che assegna il terzo posto rispetto al quarto avrebbero fatto comodo a fine campionato.

Al di là della ritrovata competitività della Mercedes, che non è detto che duri a lungo, quello che preoccupa di più del GP Canada è stato proprio l’aver visto svanire la grande reattività in chiave tattica del box Ferrari. Che aveva fatto la differenza nei GP precedenti.

1 COMMENTO

  1. Complimenti per l’analisi precisa, particolareggiata ma soprattutto obiettiva.
    Non capisco proprio come sia possibile prendersela con Kimi, quando Vettel ha sbagliato più volte, trovandosi nel posto sbagliato e al momento sbagliato.
    Purtroppo mentre in gara mostra una freddezza e una lucidità impressionanti, vedi il capolavoro del sorpasso di Ocon, spesso in partenza si comporta come un novellino, gli ” si chiude la vena ” e compromette non solo la sua ma pure la gara degli altri, pure compagni di squadra, vedi a Spa con Raikkonen alcune stagioni fa.
    Difendere a spada tratta Vettel come in questo caso ritengo che sia fuori luogo e pure offensivo nei suoi confronti che sono certo che si sia reso ben conto dell’errore commesso.
    Ma la ciliegina sulla torta è stato quando non hanno fermato Vettel in regime di safety car.
    In tutti i modi sarebbe stato da fermare, così avrebbero potuto cambiare anche gli pneumatici che aveva parzialmente spiattellato nel corso del giro precedente all’ingresso della safety car a causa del ridotto carico sull’avantreno dovuto alla rottura dell’ala.
    Un team che lotta per il campionato del mondo non può permettersi di fare errori di questo tipo.

SCRIVI UNA RISPOSTA

Please enter your comment!
Please enter your name here