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In tanti abbiamo crocifisso Vettel per i suoi clamorosi sbagli ma che dire di Leclerc? I suoi errori s’infittiscono. Dopo quello di Baku in qualifica quando andò a muro e la collisione con Hulkenberg a Montecarlo, anche ad Hockenheim Charles ha commesso un errore di guida. Forse il più grave di tutti perché si è giocato una potenziale vittoria. Vettel negli ultimi dodici mesi è stato criticato aspramente ma su Leclerc c’è più tolleranza perché è giovane e deve imparare. Purtroppo però guidare per una grande squadra come la Ferrari non concede il lusso di avere il tempo di apprendere. Si è sotto gli occhi di tutti quanti ed ogni sbaglio costa il doppio in termini di immagine e credibilità. Nella stessa curva di Leclerc sono usciti fuori Hamilton, Raikkonen, Hulkenberg, Sainz, poco più avanti Bottas aveva demolito la Mercedes. E prima ancora avevano sbagliato pure Raikkonen e Verstappen. E lo stesso Charles già una volta, pochi giri prima, aveva perso la macchina recuperandola per miracolo con un controsterzo disperato. Ma è l’errore di Leclerc al 29° giro resterà scolpito nella memoria. Perché è un ferrarista, perché aveva quasi la gara in tasca e perciò il suo sbaglio fa più scalpore di tutti gli altri. Ma va detto che dietro quello sbaglio si cela non eccessiva aggressività ma inesperienza.

Tutti hanno sottovalutato che all’esterno di quelle ultime due curve c’è una via di fuga formata da un nastro d’asfalto. Non è casuale. Quello è lo strip di partenza (in senso contrario al circuito) della pista per i dragster che disputano spesso gare di accelerazione a Hockenheim. Vuol dire che lì eseguono i burn out e pattinano con gli pneumatici quando scattano, lasciando così sull’asfalto una quantità di gomma enorme. Gomma che quando piove diventa più scivolosa del sapone, come i piloti sanno bene.

Ora c’è da chiedersi: quando i piloti fanno l’ispezione della pista al giovedì, cosa diavolo ispezionano se non conoscevano le condizioni di quella via di fuga e si sono poi meravigliati della precaria aderenza? Osservano davvero il grip dell’asfalto, la scivolosità dei cordoli e delle vie di fuga come dovrebbero fare con pignoleria, oppure quella passeggiata assieme ai tecnici e al direttore sportivo ormai è diventato soltanto uno show a uso e consumo delle tv e dei fotografi che li seguono passo passo?

Trent’anni fa un campione come Ayrton Senna, quando ispezionava la pista al giovedi, andava con i piedi persino a tastare la consistenza della ghiaia nella via di fuga per capire se facendo un dritto poteva uscirne fuori con le ruote da quel punto o se rischiava d’insabbiarsi irrimediabilmente. E in base a quell’ispezione Senna decideva poi se prendersi più o meno rischi in corsa in quelle curve. Questa non è pignoleria pedante, è malizia frutto dell’esperienza. Ma sono quelle malizie che fanno la differenza tra un giovane pilota veloce e un campione maturo. Possibile che nessuno in tutta la Ferrari sappia insegnarle a Leclerc per farlo maturare più in fretta?

2 COMMENTI

  1. Y que me puedes decir de la increíble carrera de Seb, sin ningún error, donde han fallado casi todos.
    Sabiendo cuando subir o bajar el ritmo (mirando los paraguas, ja!) en carrera.
    Una remontada épica, que no es la primera, Brasil 2012, último en la primera curva, Abu Dabi 2012, desde el pie-lane, son ejemplos anteriores.
    Un saludo.

  2. …certo che Leclerc deve fare ancora esperienza. Ma non gettiamogli addosso la croce. Ha sbagliato dove fior di campioni con decenni di esperienza alle spalle hanno fatto la stessa cosa. Guida per una squadra sempre sotto pressione ed é un talento cristallino. Possiamo pure annotare che, finora, é stato anche sfortunato…

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