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Quello del GP Abu Dhabi F1 è un podio che cancella un’ingiustizia. Sembra incredibile ma Hamilton, Verstappen e Leclerc, finiti ai primi tre posti nell’ultimo GP, non si erano mai ritrovati tutti assieme sul podio. Ad Abu Dhabi l’incantesimo si è rotto. Passato, presente e futuro della F1 in una sola immagine. Questo podio riflette già quelli che saranno gli sfidanti del mondiale 2020? La risposta è assolutamente sì.

L’unico campione immune al logorìo del tempo è Hamilton. Che di anni ne farà 35 a gennaio, due più di Vettel, ed è veloce come prima. E lo sarà sicuramente anche nel 2020. Se ci fosse qualche dubbio, basta vedere la gara che ha corso ad Abu Dhabi. Ha dominato con autorevolezza fin dal primo giro conquistando per la sesta volta in carriera un trofeo simbolico che la gente conosce poco e che si chiama Grande Slam (o Gran Chelem in francese). Che vuol dire fare la pole, vincere la gara conducendola tutta in testa dal primo all’ultimo metro e stabilire anche il giro più veloce. È un filotto di grande prestigio per i piloti ma capita soltanto uno o due volte l’anno perché è difficilissimo da realizzare. Lewis non ci riusciva dal 2017, con questo Grande Slam sale a quota 6. Più di Schumacher. Soltanto il grande Jim Clark ne ha ottenuti nella storia più di lui: otto. Il bello è che Hamilton ha dominato prove e gara a titolo già in tasca, quindi senza motivazioni extra. Basta questo a spiegare che “fame” di vittorie abbia ancora. Chi pensa che sia appagato per il futuro si sbaglia. La sua prossima motivazione può essere soltanto quella di vincere l’ottavo titolo con la Ferrari.

Quanto a Verstappen, è ormai una certezza. A macchina pari con Hamilton è difficile immaginare chi dei due potrebbe prevalere. Ad Abu Dhabi ha confermato il 3° posto nel mondiale, ottenuto con 3 vittorie, due pole e 9 podi. Nel 2020 Verstappen avrà solo 22 anni e mezzo e ben 101 gran premi d’esperienza sulle spalle. La sua velocità è indiscutibile ma sarà ancora più pericoloso perché ha imparato a correre per vincere i campionati e non soltanto le singole corse.

Leclerc è sicuramente la sorpresa della stagione e sarà uno dei tre favoriti per il titolo 2020. Al primo anno in Ferrari, sotto pressioni e responsabilità, è riuscito a battere il suo compagno di squadra. Nessuno c’era mai riuscito prima contro Vettel in Ferrari. Leclerc ha commesso qualche errore di foga ma ha dimostrato una grande velocità. Per il 2020 deve migliorare il suo unico punto debole: la gestione delle gomme. Non sa ancora dosare il ritmo per far funzionare bene gli pneumatici per tutta la frazione di gara. La gara di Abu Dhabi lo dimostra: scattato con gomme medie come i suoi due avversari, le ha cambiate dopo appena 14 giri mentre Verstappen e Hamilton le hanno fatte durare 27 giri. Vettel, almeno in questo è ancora più bravo. Sta a Leclerc apprendere dal compagno questa sensibilità di guida: è soltanto questione di esperienza. D’altronde Leclerc ha solo 41 GP sulle spalle contro i 101 di Verstappen ed i 240 di Vettel e il tempo è dalla sua parte.

Spiace non vedere in questa immagine anche Vettel,ma anche stavolta non ha raccolto quanto in suo potere. Il fatto che anche ad Abu Dhabi Vettel sia finito lontano dal podio e oltre 20” dietro il compagno, è una amara realtà. La percezione è che il suo tempo stia passando. Ha ancora la voglia di regalare alla Ferrari il titolo mondiale per cui cinque anni fa era approdato a Maranello, però le sue cartucce migliori non sembrano più la velocità e l’aggressività per cui era famoso. Gli sono rimaste soltanto esperienza e sensibilità di guida. Ma il fatto che anche ad Abu Dhabi Vettel sia giù dal podio è uno specchio amaro del tempo che passa. La mossa di partire con le gomme soft non è servita perché quando al primo giro ha attaccato e superato Verstappen (anche senza Drs), non ha resistito al contrattacco immediato dell’olandese. Come se l’incidente in Brasile gli avesse lasciato scrupoli e timori di sbagliare le misure. A Interlagos aveva chiuso con troppa fretta la traiettoria di Leclerc e forse non doveva farlo così vistosamente; a Abu Dhabi quando invece poteva e doveva spostarsi e chiudere la linea interna all’olandese dopo averlo superato, ha indugiato e si è fatto ripassare. Vettel è sempre un pilota consistente, però quando c’è da attaccare con violenza e non sprecare le occasioni sembra abbia perso l’istinto del killer. Gli è riuscito soltanto il sorpasso in extremis su Albon per conquistare il quinto posto, ma il pilota thailandese è di pasta diversa.

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