Nove sorpassi al primo giro. Favoriti dall’asfalto umido, certo, ma proprio per questo anche più difficili e insidiosi. Da 16° in griglia a 3° all’arrivo. Una delle rimonte più incredibili della F1. L’impresa di Verstappen al via del GP Cina è da antologia. Roba da richiamare alla memoria un’impresa epica, quella di Ayrton Senna nel GP d’Europa a Donington 1993, passata alla storia e riproposta perennemente su YouTube come simbolo di capolavoro di guida da parte di “Magic”, com’era soprannominato Senna. Il maestro della guida sotto la pioggia.
Ma sono paragonabili davvero le due imprese? Cosa le differenzia? Verstappen partiva più indietro sullo schieramento di partenza e nel primo giro ha superato ben nove piloti: Sainz, Magnussen e Ericsson nello scatto da fermo in partenza (facile scavalcare Sainz che partiva con le slick, ma gli altri due avevano le intermedie come lui); poi ha infilato all’interno Vandoorne alla prima curva, la Force India di Perez alla quarta curva, Stroll alla sesta, Alonso all’ottava e Massa all’undicesima delle sedici curve della pista. Guadagnando la settima posizione prima del traguardo quando Hulkenberg ha imboccato la corsia box per andare a cambiare le gomme. Senna invece nel suo magico giro di Donington ‘93, di piloti ne scavalcò “soltanto” quattro. Ma erano tutti i migliori dell’epoca: Wendlinger, Schumacher, Damon Hill e Alain Prost. Mentre quelli superati da Verstappen erano piloti di secondo piano, eccetto Alonso.
Nel fare questo paragone storico, c’è anche da tener presente che Verstappen, rispetto agli avversari che ha superato, aveva fra le mani una Red Bull-Renault molto competitiva sul bagnato grazie alla proverbiale downforce sviluppata dalla monoposto anglo-austriaca che migliora l’aderenza sull’asfalto viscido. Mentre nel 1993 quella di Senna, pur essendo una McLaren nemmeno lontana parente del “catenaccio” che guida oggi Alonso, montava un motore Ford V8 “clienti”, quindi non era certo migliore delle Williams-Renault V10 di Hill e Prost e nemmeno della Benetton di Schumacher spinta dal V8 Ford ufficiale.
In quel 1993 però le F1 erano tutte dotate di sofisticata elettronica e di sistemi di controllo di trazione, oggi proibiti in F1. Anche se avevano meno cavalli (circa 750) contro i 950 cv di oggi, le F1 di 25 anni fa erano ben più nervose e complicate da tenere in strada. Infatti nel diluvio di Donington si insabbiarono in due al primo giro (Andretti e Wendlinger) mentre in Cina uno soltanto è andato fuori sull’umido (Stroll).
Verstappen però nella sua incredibile partenza ha sfruttato un trucco cui nemmeno Senna aveva fatto ricorso: è partito in seconda marcia, come si vede dal numero 2 sovrimpresso nell’ingrandimento del cruscotto. Uno stratagemma per evitare eccessivo pattinamento sulle ruote posteriori visto che l’aderenza era già precaria per via dell’asfalto bagnato. La grande coppia motrice dei motori turbo ibridi gli ha permesso di schizzare via in accelerazione anche col rapporto più lungo e in teoria meno adatto.
Trucco o no, l’impresa di Verstappen a Shanghai ha del magico esattamente come quella di Senna a Donington 25 anni prima. In genere lo sportivo tende a mitizzare gli episodi sportivi del passato rispetto a quelli attuali, forse perché abbiamo implicitamente bisogno di compiacerci con le leggende. Ma ripensandoci a freddo, quel primo giro del 19enne Max è stata veramente un’impresa rara e speciale. Che probabilmente tra dieci anni rileggeremo con altri occhi senza pensare al valore dei piloti superati ma soltanto ai sorpassi.
È da queste magìe che si riconosce il pilota predestinato al successo.
Su questo link di YouTube l’impresa di Senna, qui quella di Verstappen.