Ecco la Ferrari SF21. Con più novità grafiche che estetiche, un originale colore rosso amaranto nella parte posteriore e un vistosissimo logo “Mission Winnow” verdefluo sul cofano. Si mostra al mondo buona ultima, una settimana dopo le rivali che si sono svelate fra l’1 e il 3 marzo. Ma c’è un motivo per questo “ritardo”: la Ferrari aveva già presentato la sua squadra, i piloti e specialmente il nuovo arrivato Carlos Sainz lo scorso 26 febbraio in una lunga video-intervista. Per cui si è voluto interporre un po’ di giorni di spazio tra quella presentazione (di piloti) e il lancio della macchina.
ERA GIA’ PRONTA
La SF21 in realtà era già pronta da fine febbraio. Perché sia la Ferrari che tutti i team si erano tarati per completare le monoposto entro la fine del mese scorso in quanto i test invernali erano originariamente previsti dal 2 al 4 marzo. Il mondiale F1 infatti doveva iniziare il 14 marzo in Australia, poi per via del Covid è slittato al 28 marzo ed i test sono scivolati in avanti dal 2 al 12 marzo. Ma i tempi originari di completamento della monoposto su cui era stato impostato il lavoro iniziato lo scorso settembre/ottobre erano quelli di fine febbraio e non sono mai cambiati perché il rinvio del mondiale è giunto a pianificazioni ormai definite. Infatti il video della presentazione della SF21 che si è visto in tv e sul web è stato realizzato diversi giorni fa. Perché al momento della presentazione, mercoledi 10 alle 14, la Ferrari 2021 era già da giorni in Bahrain dove l’11 accenderà i motori per il filming day e da venerdi 12 Leclerc la porterà in pista per il primo dei tre giorni di test.
ROSSO SFUMATO
Per ora accontentiamoci di commentarla “a vista”. La nuova grafica è quella che colpisce di più: il tradizionale rosso non è più uniforme. Ora c’è un rosso che degrada nella sfumatura dal muso verso la coda: davanti è il solito rosso opaco dell’ultimo anno, mentre man mano che va verso il posteriore sfuma in un rosso più scuro, un color “mattone” o meglio amaranto. La stessa tinta con cui la Ferrari corse a settembre 2020 il GP Toscana al Mugello, gara del 1000° GP. Un amaranto simile a quello della prima Ferrari della storia, la 125 S del 1947 che portava appunto un rosso ben diverso da quello poi diventato tradizionale per il Cavallino. Proprio in omaggio all’antenata di 74 anni fa, come al Mugello, la Ferrari ha scelto di colorare la coda della SF21 in questo rosso.
L’altra nota vistosa è quell’enorme logo con la freccia che simboleggia il marchio “Mission Winnow”, creato qualche anno fa dalla Philip Morris, storico finanziatore della Ferrari. Winnow è un termine inglese poco conosciuto, non non va confuso con il significato di “vincere subito” che in inglese è formato due parole (win now). “Winnow” invece, come parola unica, in inglese in questo contesto specifico vuol dire più o meno “separare il grano dalla crusca”, cioé valutare, selezionare, dividere quel che è buono da ciò che è meno buono. È un messaggio un po’ criptico e che di sicuro quasi nessuno dei tifosi avrà davvero capito, che serve a darsi un tono e materialmente a sostituire sul cofano il classico logo delle sigarette proibito per legge. Solo che ora quel logo con la freccia stilizzata è diventato di un (discutibile) color verde acido, che stona davvero sulla Ferrari. Vogliamo augurarci che sia così in omaggio al concetto di green, di eco-compatibilità dei motori turbo ibridi. Chissà. Quanti al tricolore, sparito dal cupolone dov’era due anni fa, ora oltre a far capolino sul muso come al solito, è anche sullo spoiler sopra la presa d’aria del radiatore, di fianco all’abitacolo.
NUOVO RETROTRENO
Come si sa, le F1 2021 sono una rigida evoluzione delle macchine 2020 per motivi regolamentari. L’anno scorso i team, per contenere le spese nell’epoca Covid, si erano accordati per congelare le macchine apportando solo lievi correzioni (due gettoni di modifiche) che ognuno avrebbe utilizzato in un punto a proprio piacere. Molti hanno lavorato sull’avantreno, Ferrari come altri (fra cui Mercedes) ha modificato sopratutto il retrotreno. Dove alcune cambiamenti regolamentari ti obbligavano comunque intervenire per recuperare il carico aerodinamico perso.
Ferrari in particolare doveva rimediare al difetto cronico della “scivolosità” del retrotreno della SF1000 che rendeva la macchina instabile, nervosa e ha fatto penare soprattutto Vettel. Il lavoro ha riguardato la riprogettazione della sospensione posteriore e della scatola cambio (necessaria perché è lì che si infulcrano le sospensioni). C’è anche un diffusore nuovo per recuperare qualche punto percentuale di downforce. Inoltre i progettisti hanno cercato di rastremare il più possibile la zona bassa del cofano motore perché lì più l’auto è stretta, meglio l’aria si incanala verso la coda e nello stesso tempo si può realizzare un fondo più largo che crea maggior effetto suolo. Ovviamente per rastremare la coda bisogna rimpicciolire qualcosa; poiché non si può riprogettare il basamento del motore, l’unica è rimpicciolire la scatola del cambio e collocare diversamente i tiranti delle sospensioni, cosa che è stata fatta.
MUSO “BUCATO”
Benché le maggiori novità siano al retrotreno, anche sul musetto si nota qualcosa di nuovo. La punta è diversa e ai due lati del puntale ci sono due paratie che creano un canale di passaggio dell’aria. La Ferrari si è così uniformata alla moda del momento, che vuole che il frontale dell’auto “respiri”, cioé faccia passare aria che poi viene indirizzata sotto l’auto per motivi aerodinamici. Idea che per prima realizzò Red Bull due anni fa e che ora tutti i team top, eccetto Mercedes e Aston Martin, le hanno copiato. Nuove anche le ali anteriori con forte effetto “wash” per scaricare all’esterno i flussi d’aria.
AERODINAMICA BODY WASHING
La veste aerodinamica può essere liberamente sviluppata durante la stagione; vuol dire che uno può apportare tutte le modifiche che vuole in qualsiasi momento (a differenza di motore e telaio) ma sono contingentate le ore di lavoro e di calcoli in galleria del vento. Quindi i progettisti dovevano scegliere dove concentrare gli sforzi per non sprecare tempo invano. I tecnici Ferrari hanno lavorato per rendere più “body washing” l’aerodinamica, cioé far fluire meglio sotto la macchina i flussi d’aria per creare più deportanza. Uno dei limiti della monoposto 2020 infatti era che sviluppava un’elevato drag (resistenza all’avanzamento) che la penalizzava in velocità massima, ma nello stesso tempo non generava efficienza, cioè quella resistenza oltre a frenare la macchina in rettifilo non la faceva andare più forte in curva. Si è cercato di ovviare a questo difetto.
MOTORE PIU’ POTENTE
L’altro componente si cui si è puntato molto per migliorare al prestazione è il motore. Il turbo ibrido V6 di 1,6 litri è ora lo 065/6, sesta evoluzione di questo motore. La Ferrari aveva l’arduo compito di ritrovare quella cinquantina di cavalli persi l’anno scorso quando la Fia obbligò il Cavallino a eliminare il sistema di alimentazione del 2019 che faceva guadagnare tanti cavalli ma si riteneva aggirasse la regola del flusso contingentato di carburante (105 kg/h). Per rispettare la norma, la Ferrari ha corso tutto il 2020 praticamente sottopotenziata ma ora il motore tipo 065/6 è stato modificato e dovrebbe erogare la massima potenza teorica possibile.
Il capo dei motoristi, Gualtieri, ha ammesso durante la presentazione che «sfortunatamente non siamo riusciti a intervenire su tutte le aree della power unit: dal motore a combustione interna, al turbo, al sistema ibrido, al layout complessivo del powertrain». Da quel che si è capito è rimasto meno sviluppato il lavoro sul sistema ibrido rispetto a quello compiuto sul propulsore termico che era quello che soffriva di più il ritardo tecnico. Però è stato aumentato il grado di efficienza termica del motore, grazie anche all’aiuto dello sponsor tecnico Shell su nuovi olii con minori attriti che dovrebbero consentire di recuperare anche un ulteriore decimo al giro.
LA VERITA’ IN BAHRAIN
Resta da vedere se tutte queste novità basteranno a chiudere il gap coi V6 Mercedes (e anche Honda e Renault). Lo sapremo in Bahrain dai primi rilevamenti di velocità massima e dai tempi sul giro. E li sapremo anche quanto vale in termini di performance globale questa SF21. Anzi, forse no. Perché per dirla con le parole di Sainz: «I primi test non faranno… testo, perché tutti si nasconderanno». Poiché nessuno saprà con quanti chili di benzina a bordo le auto gireranno, la vera scala di performance sul campo fra le vetture 2021 la scopriremo solo quando nessuno potrà più nascondersi: il giorno delle prime prove libere del GP Bahrain. Per spaere se la Ferrari 2021 c’è o no, appuntamento quindi al 26 marzo.